(di Danilo Santoro) (ANSA) – BARI, 13 LUG – "Abbiamo toccato con mano la cosa peggiore che possa fare l’uomo: aggiungere male al male naturale, dolore al dolore". E’ una testimonianza di profonda sofferenza quella che arriva dall’Ucraina attraverso Franco Colizzi, psichiatra e psicoterapeuta che in questi giorni ha visitato l’ospedale pediatrico Okhmatdyt a Kyiv, colpito da un missile nel corso di un attacco russo che ha reso l’80% dell’ospedale malfunzionante o inutilizzabile, e ha distrutto il reparto dialisi. "Un giovane medico responsabile della organizzazione – spiega all’ANSA Colizzi, in visita in Ucraina – ci ha parlato con dolore e rabbia dell’attacco, che è costata la vita a una giovane dottoressa e il ferimento di altri medici che hanno protetto con i loro corpi quelli dei bambini tutti messi in salvo dalla rianimazione e terapia intensiva. Ci hanno ringraziato per la presenza fisica, per la solidarietà e il sostegno emotivo e ci hanno chiesto di far conoscere l’orrore terroristico al popolo italiano". Colizzi, già presidente nazionale dell’Aifo, ha fatto parte della delegazione del Mean (Movimento europeo di azione nonviolenta) che ha visitato quei luoghi martoriati dal conflitto. "Vedere – spiega – la distruttività umana in un luogo dedicato alla cura, alla difesa sacra della vita dei bambini, e camminare tra le macerie è molto doloroso. Ho visto un murale fatto per i bambini col titolo in ucraino ‘I miei sogni’ e mi ha commosso. E poi il disegno di una giraffa col fiore in bocca con una grande crepa prodotta da una scheggia del missile". Colizzi e la figlia Ivana, anche lei psicologa psicoterapeuta, stanno valutando – insieme con il Mean, altre associazioni, i partner istituzionali ucraini e il coinvolgimento dell’Anci Sanità – la creazione di un progetto per lenire i traumi da guerra che stanno colpendo alcuni milioni di ucraini, bambini, giovani, donne, anziani, soldati. "Dai tavoli di lavoro del 12 luglio è poi emersa la proposta di questo progetto pilota di salute mentale di comunità per curare i traumi da guerra di civili e combattenti. La guerra – conclude – disconosce quanto abbiamo di veramente umano: sta a tutti noi difendere concretamente, e non solo con vacue parole, la compassione, la pietà, la cura e l’amore. Dobbiamo sognare gli stessi sogni dei bambini". (ANSA).