(ANSA) – ROMA, 11 LUG – "Anche le Regioni bocciano il decreto sulle liste d’attesa in sanità, mettendo nero su bianco che non si fanno le nozze con i fichi secchi e che, per prima cosa, mancano i soldi per permettere visite e accertamenti. Ed è evidente che sull’articolo 2, che centralizza le liste d’attesa e la loro gestione, si sta consumando una sfida all’ultimo sangue tra Lega e Fratelli d’Italia. Da un lato infatti si spacca l’Italia con la legge Calderoli, la nuova versione della secessione padana, dall’altro il partito della premier cerca di accentrare tutto, quindi anche il governo dell’emergenza sanitaria del momento. Le Regioni ovviamente vorrebbero cambiare quell’articolo, nel rispetto delle loro competenze. E’ chiaro dunque che il decreto, annunciato a pochi giorni dalle elezioni europee come la panacea di tutti i mali delle cittadine e dei cittadini, è in realtà l’ennesimo provvedimento propaganda, un vero e proprio bluff di una maggioranza spaccata e incapace di risolvere i problemi concreti delle italiane e degli italiani". Lo dice il senatore Francesco Boccia, presidente del gruppo del Pd. "Inoltre, giustamente le Regioni sottolineano come il servizio sanitario nazionale sia largamente sottofinanziato dal governo rispetto alla media europea in un modo che sta mettendo in difficoltà anche le Regioni considerate dal ministero ai primi posti per l’eccellenza del servizio, mentre per l’abbattimento delle liste d’attesa sono necessarie risorse finanziarie e umane aggiuntive di cui le Regioni stesse non dispongono e che il decreto non stanzia", ha aggiunto ribadendo che il Pd insisterà sulla richiesta di voto del disegno di legge sulla sanità proposto da Elly Schlein alla Camera e "che abbiamo riproposto sotto forma di emendamenti in questo decreto bluff". (ANSA).