(ANSA) – PORTO CERVO, 04 LUG – Quello che in un primo momento è parso un tragico incidente dovuto ad una distrazione alla guida, potrebbe nascondere invece un intento ben preciso e un movente fatto di rancori, liti e denunce passate. Gli inquirenti della Procura di Tempio Pausania sono a lavoro dalla serata di ieri per ricostruire la dinamica dell’incidente stradale che ha portato alla morte di Tonino Pirastru, l’uomo di 76 anni residente a Liscia di Vacca a Porto Cervo, nel comune di Arzachena, travolto e ucciso da un furgone, mentre si trovava sul ciglio della strada provinciale 59, nei pressi della sua abitazione. Ad investirlo, con il suo furgone, intorno alle 11 del mattino, è stato Mario Masala, 40enne originario di Sassari e suo vicino di casa. Masala aveva raccontato, subito dopo lo schianto, di essere stato distratto da un animale e di aver invaso completamente l’altra corsia di marcia andando a finire fuori strada dove si trovava in quel momento Pirastru. Ma la dinamica dell’accaduto ha da subito insospettito gli agenti della polizia stradale di Olbia impegnati nei rilievi insieme a una squadra dei vigili del fuoco del distaccamento locale, accorsi per estrarre il 76enne rimasto incastrato sotto il furgone. Tra Masala e Pirastru, infatti, ci sarebbero vecchi rancori dovuti al contenzioso per dei confini e in passato i due si sarebbero denunciati. Ieri Mario Masala, in presenza dei suoi legali Giancarlo Frongia e Domenica Gala, durante il colloquio con gli agenti della polizia ha scelto di non rispondere alle domande degli investigatori. Al momento gli viene contestato il reato di omicidio stradale ma in mattinata la sua situazione potrebbe aggravarsi: è infatti attesa per questa mattina la decisione del pubblico ministero. (ANSA).