Un’aggressione a un operatore sanitario ogni 36 ore nelle strutture dell’Asst Lariana, in particolare nei pronto soccorso. I numeri sono stati diffusi dal consigliere regionale del Partito Democratico Angelo Orsenigo, che lancia un grido di allarme: “Dobbiamo fare di più per prevenire la violenza nei presidi sanitari”.
“Nel solo 2023, all’interno delle strutture pubbliche di Asst Lariana, si sono registrati ben 240 episodi di aggressioni ai danni del personale sanitario. Ciò significa che, in media, c’è un professionista che viene aggredito ogni giorno e mezzo”, denuncia Orsenigo.
“Purtroppo, i dati ci dicono chiaramente che dobbiamo fare di più per prevenire la violenza nei presidi sanitari – commenta il consigliere dem – Notiamo come, sul totale, poco più del 50% delle aggressioni sia a danno di infermieri, aggrediti fisicamente o verbalmente in 126 casi. Il personale medico è stato bersaglio in 33 casi e gli operatori socio sanitari in 26. I pronto soccorso sono i luoghi più sensibili, con 62 aggressioni totali lo scorso anno”.
Un’emergenza che non riguarda solo il territorio lariano. “Questi dati allarmanti riflettono una situazione critica non solo a livello locale, ma in tutta la Lombardia – precisa Orsenigo – Nei primi sei mesi del 2023, negli ospedali, nelle Ats e negli ambulatori lombardi, sia pubblici sia privati, si sono registrate 6.961 aggressioni, con una media di 38 attacchi al giorno”.
Fondamentale individuare soluzioni. “Non solo un approccio repressivo, con personale di sicurezza, ma anche uno formativo a partire da corsi che diano gli strumenti al personale per individuare precocemente le situazioni di tensione potenzialmente pericolose” – propone Orsenigo. “Oltre a questo occorre decongestionare i reparti d’emergenza con il potenziamento della sanità territoriale. Nei pronto soccorso, in situazioni di sovraffollamento, si creano tensioni che rischiano di esplodere. Non possiamo più permetterci di ignorare questa emergenza. Dobbiamo agire per assicurare un ambiente lavorativo sicuro e dignitoso per tutti coloro che operano in prima linea nei nostri ospedali”.