(ANSA) – GENOVA, 03 LUG – "Quando le cose che vedi sono eclatanti il sospetto è che ci siano degli illeciti". Lo ha detto ai pm genovesi Rino Canavese, l’unico membro del board del porto di Genova a votare no alla trentennale proroga del terminal Rinfuse ad Aldo Spinelli. "Ogni pratica di Spinelli doveva essere un sì" ha detto il savonese ex presidente del porto di Savona prima della fusione. "L’unico a insistere su una rapida approvazione era Signorini" ha chiarito Canavese che in un’intercettazione diceva "Signorini si è bevuto il cervello" e "deve esserci qualcosa di strano sotto, non è normale". "Quando interloquivamo con lui su altre pratiche era disinteressato, quando si parlava di Spinelli era interessatissimo e non facevi in tempo ad affrontarle che erano già approvate". Canavese ha detto di non sapere niente dei viaggi a Montecarlo dell’ex presidente del porto di Genova: "Abito a Savona e non ascolto ‘radio banchina’ – ha chiarito in riferimento alle voci che circolavano in porto a Genova – ma poi ho saputo invece che da tempo si parlava delle utilità ricevute e dell’assidua frequentazione". Per Canavese rispetto al terminal Rinfuse "sarebbe stato più logico procedere con il rilascio di una licenza di 4 anni, rinnovabile in attesa di capire l’evoluzione del piano regolatore portuale. Lo strumento della licenza avrebbe consentito all’adsp (Autorità portuale) di avere in casa un bene, al contrario della concessione". Canavese aveva studiato il piano industriale presentato da Spinelli per ottenere la proroga: "Era inverosimile che si potesse fare un investimento di 70 milioni per le rinfuse visto che il sito è già attrezzato, mentre quell’investimento era compatibile in vista di un terminal container" e "sapevamo che con la costruzione della diga lì le rinfuse non ci sarebbero più state. Era uno specchietto per le allodole". (ANSA).