(ANSA) – ROMA, 03 LUG – La casa di Giulio Regeni al Cairo venne perquisita almeno tre volte dagli apparati di sicurezza egiziani. E’ quanto è emerso nel corso dell’udienza del processo a carico di quattro 007 accusati del sequestro, delle torture e della uccisione del ricercatore italiano nel 2018. Sentito come testimone Onofrio Panebianco, colonnello del Ros che ha effettuato le indagini su delega della Procura di Roma, ha affermato che uomini degli apparati fecero ispezioni anche quando "Regeni era ancora in vita". "Questi elementi sono riscontrati", ha detto il teste dalle dichiarazioni di due testimoni, che hanno raccolto le confidenze del proprietario di casa di Regeni e dai tabulati telefonici". In base a quanto ricostruito dagli inquirenti la prima perquisizione risale al 22 gennaio del 2019, tre giorni prima del rapimento del ricercatore friulano. Un secondo sopralluogo sarebbe avvenuto il 28 gennaio quando Regeni era già nelle mani degli agenti dei servizi e infine un terzo episodio sarebbe avvenuto il 30 gennaio quando i genitori di Regeni erano già in Egitto per cercare il figlio e alloggiavano proprio nell’appartamento di Dokki. (ANSA).