(ANSA) – CAGLIARI, 02 LUG – In Sardegna per 18 mesi non si potranno realizzare impianti di produzione di energia rinnovabile, eolico e fotovoltaico su tutti: lo impone la norma che ha incassato il via libera nell’Aula del Consiglio regionale, con i voti della maggioranza e la scelta dell’astensione per quasi tutta l’opposizione, ad eccezione della Lega che ha votato contro, voluta dalla giunta di Alessandra Todde. Con 32 voti favorevoli, 21 astensioni e uno contrario, passa dunque lo stop al cosiddetto assalto delle multinazionali che puntano all’Isola del sole e del vento per produrre energia da vendere fuori dalla Sardegna, una norma "transitoria e di emergenza", hanno continuato a ribadire dalla maggioranza, per consentire di pianificare il futuro energetico della regione e la mappa delle aree idonee. In disaccordo la minoranza che pur riconoscendo la pressione, soprattutto mediatica e dei comitati territoriali contro la speculazione, non si vede accogliere alcune delle proposte definite "sostanziali e migliorative del testo". "Non è una norma timida, non ha l’ambizione di istituire linee di politica energetica – ha precisato nel suo intervento finale l’assessore dell’Urbanistica, Francesco Spanedda -, ma serve a evitare di trovarci di fronte a un piano energetico costruito da altri in base a scelte, anche nazionali, che in maniera determinata si sono accavallate". "Una norma che non prende tempo, ma fa perdere tempo – attacca invece Fausto Piga (Fdi) -, arrivata dopo un percorso confuso e blindato, una norma debole, non efficace e ad alto rischio incostituzionalità: non avete ascoltato abbastanza i comitati e i territori", dice rivolto alla maggioranza. Definita dallo stesso campo largo una legge ‘Salva Sardegna’, il provvedimento intende garantire che lo sviluppo e la realizzazione degli impianti da fonti rinnovabili, "imprescindibili nell’ottica della decarbonizzazione e della transizione energetica, avvenga nell’ambito della tutela e della salvaguardia dell’ambiente". Tra le modifiche, sostanziali, presentate dall’opposzione e accolte dalla maggioranza, c’è la deroga al divieto di installazione per gli impianti agrivoltaici con altezza minima di due metri dal suolo e dimensione massima di 10 mw. Trasformato invece in un ordine del giorno, condiviso all’unanimità da entrambi gli schieramenti, il correttivo presentato da Franco Mula, capogruppo di Alleanza Sardegna, che impegna la giunta a valutare la fattibilità dell’istituzione dell’imposta di produzione energia da fonti rinnovabili "per tutti gli impianti che vengono realizzati nel territorio regionale o in aree marine adiacenti anche se in acque internazionali". (ANSA).