Le tariffe per le mense scolastiche aumenteranno dall’anno scolastico 2025-2026. E anche chi era finora esente, perché con un Isee inferiore a 3mila euro, non lo sarà più. A deciderlo è la giunta del Comune di Como con una delibera approvata all’unanimità.
Dopo l’aumento delle tariffe dei parcheggi arrivano quindi altri rincari, che questa volta riguardano in particolare le famiglie con bambini. Il preavviso però è di un anno, perché i nuovi prezzi entreranno in vigore dal settembre 2025. “Si tratta di un adeguamento delle tariffe per poter rendere il bilancio sostenibile e per poter continuare a sostenere il servizio” spiega il sindaco Alessandro Rapinese.
A spingere il Comune a intervenire è il costo a carico dell’amministrazione per ogni singolo pasto, che a settembre 2024 raggiungerà i 7,14 euro. Da qui quindi la rimodulazione delle tariffe e anche delle fasce Isee.
Le nuove tariffe. Si paga anche con Isee a zero
La novità più grossa è che non esisterà più la gratuità per le fasce di reddito più basse, con Isee compreso tra 0 e 3mila euro. Se prima il costo della mensa era zero, dal 2025 le famiglie dovranno pagare 2 euro al giorno per ogni bambino.
Aumenti anche per la fascia tra i 3mila e i 7.500 euro, per cui la mensa passerà dai 2,48 euro ai 3 euro. Quasi un euro in più per la fascia Isee tra i 7.500 e i 10mila euro, che pagherà 5 euro a pasto invece dei precedenti 3,97. Sopra i 10mila euro poi le fasce di reddito aumentano, al contrario di quanto accadeva per le tariffe del 2023.
Tra i 10 mila e i 25mila euro si sale dai 4,97 a 6 euro. 6,20 euro a pasto per la fascia 25mila-35mila. Tariffa massima, pari a 6,50 euro, per le famiglie con un Isee oltre i 35mila. La stessa cifra verrà pagata anche dai non residenti in città. Se prima, quando non tutti i membri del nucleo familiare erano residenti a Como, il costo pasto era sostenuto dal Comune, ora invece saranno le famiglie a pagare.
Confermata la riduzione del 25% per gli alunni disabili mentre lo sconto fratelli scende dal 25 al 15%.
Nella delibera comunque il Comune assicura “di voler sostenere le famiglie fragili e prevenire la dispersione scolastica permettendo l’utilizzo gratuito del servizio mensa per i bambini in carico ai servizi sociali del Comune di Como ed appartenenti a famiglie con problemi economici”.
Le polemiche. Il Pd: “Il sindaco-calcolatrice colpisce ancora. Penalizzate di nuovo le famiglie”
La decisione di Palazzo Cernezzi ha fatto subito scoppiare le polemiche. Dal Pd comasco attaccano Rapinese. “Il sindaco-calcolatrice colpisce ancora – affermano in una nota – Penalizzate di nuovo le famiglie”. “Dopo l’aumento già avvenuto lo scorso anno – scrivono – l’ultima è quella di alzare nuovamente le tariffe della mensa scolastica dall’anno 2025-2026, con aumenti che vanno dal 20% al 30% a seconda delle fasce di reddito. Pochi euro al giorno, ma che spalmati su un intero anno scolastico diventano un consistente aumento per le famiglie comasche”.
“L’opera distruttiva non si placa – attaccano dal Pd – la linea dell’attuale amministrazione non si smentisce mai. La giunta pare essere composta da una calcolatrice e un computer, che senza alcun senso critico e alcuna sensibilità umana analizzano dati ed emanano provvedimenti finalizzati al profitto”. “E a pagare – concludono – sono sempre i cittadini, spesso quelli maggiormente in difficoltà. Questa è la Como che vuole chi ci amministra: non accogliente, per pochi, non a misura di famiglia ma, anzi, contro le famiglie”.
Il sindaco Rapinese: “È un adeguamento per sostenere il servizio”. E poi l’attacco al Pd
“Si tratta di un adeguamento delle tariffe per poter continuare a sostenere il servizio” spiega il sindaco Rapinese, sottolineando che secondo il decreto legislativo 201 del 2022 la determinazione di tariffe agevolate è prevista per specifiche categorie di utenti in condizione di disagio economico o sociale o diversamente abili.
“Le tariffe che avevamo finora erano sballate – prosegue Rapinese – basti pensare che il comasco più ricco oggi si trovava a pagare meno del varesino più povero”. L’esempio di Varese non è fatto a caso. “Varese è stato citato più volte in Aula dal Pd, che ora critica la decisione, come esempio e come modello da seguire per le questione scolastiche – dice Rapinese – lì chi ha Isee zero paga ben 5 euro a pasto”. “I nostri – spiega il sindaco – sono correttivi, non aumenti, fatti per rendere il servizio sostenibile e per sostenere il bilancio del 2025. Ho voluto fare questa delibera con un anno e tre mesi di anticipo perché noi guardiamo alla sostenibilità del futuro, al contrario di quanto ha fatto e fa il Partito democratico”.
Poi l’attacco: “Non accetto lezioni da chi, come il Pd, ha aumentato di 20 volte le tasse, quadruplicando l’Irpef. Che stiano zitti e che vadano a leggersi la delibera” afferma Rapinese.