“E’ stata creata una tempesta in un bicchier d’acqua”, diceva ieri mattina il presidente lombardo Attilio Fontana riferendosi all’ospedale di Menaggio. Ma a giudicare da quanto accaduto poche ore dopo, in serata, questo bicchiere doveva essere assai capiente per farci tuffare dentro consiglieri e assessori convocati dopo le 22 in una riunione urgente di maggioranza, dopo la seduta fiume del consiglio sul piano sociosanitario della Lombardia, con al centro proprio il futuro del presidio. Una riunione che – a detta dei presenti – è stata a dir poco tesa, al termine della quale si è stabilito che entro pochi giorni sarà messo a punto un documento condiviso con il territorio che delinei in modo chiaro quale sarà il ruolo dell’Erba Renaldi. Dopo l’intervista rilasciata ad Etv dall’assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso, nella quale lasciava intendere la chiusura del pronto soccorso con la trasformazione in una struttura per cronici e le immediate reazioni della politica e dei cittadini comaschi, il governatore Fontana è corso ai ripari. Ha detto che non ci saranno cambiamenti e che è in corso un confronto. Allo stesso tempo però non ha escluso di organizzare in maniera diversa l’ospedale. Insomma al momento l’unica certezza è che regna l’incertezza.
Gaddi (Forza Italia) e Dotti (Fratelli d’Italia) ribadiscono: “L’ospedale non si tocca”
La riunione di maggioranza – alla quale pare non fosse presente lo stesso Bertolaso – ha visto evidentemente protagonisti i consiglieri comaschi che sul tema hanno tenuto il punto. Si è concordato sulla bocciatura – arrivata poi stamattina – alla mozione urgente del Pd per affrontare l’argomento, concedendo alla stessa maggioranza il tempo per redigere un piano chiaro e condiviso sulle intenzioni e i progetti da portare avanti. Sergio Gaddi (Forza Italia) ha parlato di una “questione di realismo e concretezza” riferendosi al voto contrario odierno, “perché la maggioranza – ha detto – ha necessità di qualche giorno per la presentazione di un documento condiviso con tutti i consiglieri regionali del territorio nell’interesse dell’ospedale. Testo che – dice ancora – sarebbe stato impossibile predisporre oggi in poche ore. Quindi – conclude – arriveremo al dunque durante la prossima seduta, quando le carte saranno sul tavolo e, per quanto mi riguarda – chiude Gaddi – ovviamente voterò per la garanzia della piena operatività del pronto soccorso”. Dello stesso parere Anna Dotti (Fratelli d’Italia, nonché ex sindaco di Argegno). “La mia posizione è chiara, abbiamo concordato nell’attendere qualche giorno in più. Ribadisco che il pronto soccorso deve tassativamente rimanere, non è possibile recarsi altrove per chi vive nel Centro lago e nelle valli. Bisogna partire dalle proposte messe nero su bianco qualche mese fa dai sindaci e da lì avviare i ragionamenti. E’ chiaro – sottolinea – che ci sono delle difficoltà oggettive (risorse umane in primis) ma è proprio su quel fronte che va indirizzato il lavoro. Salvare e potenziare questo presidio resta il mio obiettivo”.
Orsenigo (PD): “Le parole senza i fatti sono chiacchiere”
Il voto contrario dei consiglieri di maggioranza alla discussione urgente ha lasciato chiaramente l’amaro in bocca al PD e al consigliere comasco e proponente Angelo Orsenigo. “La mozione – ha precisato – puntava a sancire due impegni precisi: un pronto soccorso potenziato e un percorso per riportare l’Erba-Renaldi alla piena operatività. Due impegni indispensabili e urgenti: una direzione per la quale io stesso, anche in aula, mi sono messo a disposizione per trovare l’intesa bipartisan più ampia possibile. Intesa che non c’è stata. Complici le fortissime pressioni del presidente Fontana, arrivato in aula proprio al momento voto, sui consiglieri della sua stessa maggioranza”. “Mi auguro che in futuro – ha aggiunto – si converga con i colleghi comaschi su azioni concrete le parole senza fatti, d’altronde, sono chiacchiere, e i cittadini lariani ne hanno avuto abbastanza” conclude Orsenigo.