Cantù violenta, si chiude il cerchio sulla baby gang considerata responsabile nelle ultime settimane di una serie di episodi di violenza nel centro della Città del Mobile. I carabinieri hanno identificato e denunciato i presunti responsabili delle due risse dell’11 e 19 maggio scorsi, in entrambi i casi con feriti. Accusati di rissa e lesioni sette giovanissimi, alcuni dei quali già fermati il 2 giugno scorso, dopo una terza notte di folle violenza in piazza Garibaldi.
Tre episodi gravissimi in poco più di due settimane. Un’emergenza che ha spinto il prefetto Andrea Polichetti ad un intervento drastico, con la convocazione urgente del Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico e la decisione di potenziare i controlli a Cantù e di fatto blindare piazza Garibaldi e l’area circostante.
Per l’ultima aggressione, durante la quale tre persone erano state ferite in modo grave, i carabinieri hanno fermato con l’accusa di tentato omicidio un 18enne e tre minorenni, tutti appartenenti alla baby gang. Nei giorni successivi, il questore di Como Marco Calì ha poi disposto una serie di Dacur, il cosiddetto Daspo urbano, il provvedimento che vieta ai violenti di entrare in città.
Per i due episodi precedenti invece, i fascicoli aperti in proccura a Como erano ancora contro ignoti. La notte tra il 10 e l’11 maggio, era scoppiata una prima maxi rissa in piazza Garibaldi e un 23enne era stato ferito gravemente al viso con un coccio di bottiglia. Pochi giorni dopo, altra rissa fuori da un locale in via Milano e altri due giovani feriti. Le indagini dei carabinieri di Cantù e del nucleo operativo radiomobile, in collaborazione con la polizia locale non si sono mai fermate e ora sono sfociate nella denuncia di sette giovanissimi, alcuni accusati di aver partecipato ad entrambi gli episodi e altri a una delle due aggressioni. Tra i sette accusati a vario titolo di concorso in rissa e lesioni personali aggravate anche tre dei quattro già fermati per tentato omicidio.
I sette denunciati sono un 18enne e un 17enne tunisini, due canturini di 18 e 19 anni e tre ragazzi nati a Como di origini nordafricane di 16, 19 e 21 anni. Carabinieri e polizia locale, analizzando le immagini delle telecamere di videosorveglianza e ascoltando le testimonianze dei presenti hanno identificato, tra i numerosi partecipanti alla rissa, i presunti responsabili delle lesioni e dei comportamenti più gravi.