(ANSA) – GINEVRA, 18 GIU – "La tendenza a regolamentare la maternità surrogata mira a mitigarne gli effetti più negativi, ma apre la strada a una sostanziale accettazione di questa pratica perché non affronta tutte le implicazioni etiche e le nuove forme di sfruttamento create dal nuovo mercato dei corpi". Lo ha affermato oggi a Ginevra la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella, intervenuta al dibattito "A che prezzo? Verso l’abolizione della maternità surrogata: Prevenire lo sfruttamento e la mercificazione di donne e bambini", organizzato a margine del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, riunito in sessione a Ginevra. Nel suo intervento, la ministra ha sottolineato come esista "un vasto movimento internazionale, composto da persone e gruppi di diversa estrazione culturale e ideologica, che vorrebbe vietare la maternità surrogata in tutto il mondo". Per Roccella siamo di fronte a un "trasferimento di un neonato", regolato contrattualmente. "Sono impressionata – ha aggiunto – dalla disparità di trattamento giuridico e di giudizio etico riguardo allo stesso evento: il trasferimento di un neonato dietro compenso. Se il contratto viene firmato dopo la nascita, viene considerato una vendita, cosa che in tutto il mondo viene stigmatizzata e considerata un reato. Se l’accordo avviene prima del concepimento si parla invece di ‘maternità surrogata’, pratica del tutto legale in molti Paesi". L’evento "A che prezzo? Verso l’abolizione della maternità surrogata" è stato co-organizzato dalla Missione permanente della Santa Sede e dalla Fondazione Caritas in Veritate. Per gli organizzatori la maternità surrogata "viola innanzitutto la dignità inalienabile del bambino: il bambino è ridotto a una merce in vendita o a un oggetto di contratto". In secondo luogo, sfrutta le donne mercificando i loro corpi e violando i loro diritti umani. I diversi quadri giuridici nazionali hanno portato a un drammatico aumento della maternità surrogata transnazionale. Una risposta nazionale non è sufficiente. I divieti a livello nazionale semplicemente esportano la questione della maternità surrogata in diversi paesi e fanno emergere il rischio di uno sfruttamento transnazionale di donne e bambini. "C’è un urgente bisogno di una risposta internazionale alle violazioni dei diritti umani generate dalla mercificazione delle donne e bambini attraverso la pratica della maternità surrogata", affermano. Oltre alla ministra Roccella sono intervenuti al dibattito, svoltosi al Palais des Nations, Gabriella Gambino, sottosegretario del Dicastero della Santa Sede per i laici, la famiglia e la vita, Olivia Maurel, nata tramite maternità surrogata, impegnata per l’abolizione della maternità surrogata, Eva Maria Bachinger, giornalista austriaca e scrittrice che ha co-fondato l’iniziativa "Stop Surrogacy" a Vienna nel 2015 de Bettina Roska, Adf International, in servizio come funzionario legale delle Nazioni Unite a Ginevra. (ANSA).