I divieti ci sono ma è evidente che non vengono rispettati. E così in un anonimo lunedì pomeriggio di giugno caratterizzato da temperature finalmente estive il parco di Villa Olmo torna a trasformarsi in Villa Olmo beach. C’è chi legge al sole, chi gioca con i bambini, chi fa merenda, chi ha indossato il costume da bagno e si è steso comodamente sui prati per un po’ di tintarella. Ma c’è anche chi pedala in sella alla sua bicicletta, chi racchette alla mano si improvvisa tennista e chi fa fotografie e riprese tra una siepe e l’altra.
E questo – come detto – in barba ai cartelli che indicano chiaramente cosa si può fare e cosa non si può fare nel parco che – come si legge – “è un bene culturale tutelato”. Al di là delle polemiche dei mesi scorsi sull’opportunità o meno di aggiungere una serie di regole, ora che le regole ci sono andrebbero rispettate, quantomeno per non incorrere nelle sanzioni.
Le bici andrebbero portate a mano, le aiuole non andrebbero calpestate – tant’è che i prati sono stati delimitati dal nastro rosso e bianco – previsto, inoltre, il divieto di fumo, di consumare alcolici e di giocare a palla o simili, addio anche ai pic nic sull’erba. “I comportamenti scorretti saranno puniti secondo i regolamenti vigenti” si legge ancora nel cartellone all’ingresso mentre i controlli si intensificano nel weekend. Era stato il sindaco, Alessandro Rapinese, sul finire dello scorso anno a spiegare le modifiche al regolamento del 2018: “Iniziamo a preparare un futuro decoroso per la villa – aveva detto – mettendo un po’ di ordine”. Ne parlavamo qui.
Fa paura vedere l’ignoranza e l’inciviltà della gente
Si ma il sindaco non ha risorse da inviare al parco per fare rispettare le regole, preferisce impegnare le risorse a multare veicoli svizzeri in divieto di sosta.
Ovviamente fanno più cassa al municipio.