(ANSA) – MILANO, 17 GIU – Tra i giovani aumenta la natura violenta dei reati commessi da chi delinque e cala l’età in cui si commette il primo reato, ma il numero dei casi non cresce. È quanto emerge da uno studio esplorativo condotto da Transcrime – Centro di ricerca dell’Università Cattolica – partendo dai dati dell’Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni di Milano, insieme al Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità del ministero della Giustizia. Oltre alle statistiche ufficiali, sono state analizzate informazioni riferite a un campione di 100 ragazzi presi in carico dall’Ussm di Milano per provvedimenti di natura penale nei bienni 2015-2016 e 2022-2023. Lo studio, che segue una precedente mappatura (2022) del fenomeno delle cosiddette gang giovanili, evidenzia come non aumentano i reati, ma cresce la violenza. Si registra un aumento di rapine o lesioni personali, mentre calano furti e spaccio di stupefacenti. Cresce anche l’incidenza di ragazzi con rapporti conflittuali e violenti in famiglia. Inoltre si inizia a delinquere da più giovani: cala notevolmente l’età media al momento del primo reato, che in più della metà dei casi viene commesso prima dei 15 anni. Cresce il disagio psicologico e relazionale. "Gli episodi di devianza giovanile ci fanno credere a un aumento dei casi, – spiega Ernesto Savona, direttore di Transcrime – ma i dati ufficiali raccontano un problema diverso: ad aumentare non sono i numeri, ma la violenza allarmante dei comportamenti". "I comportamenti di crescente violenza che contraddistinguono la devianza minorile – conferma Maria Carla Gatto, presidente del Tribunale per i minorenni di Milano – dovrebbero indurci ad investire in maniera strutturata sulla prevenzione del disagio dei ragazzi e degli adolescenti, garantendo maggiori risorse e migliore coordinamento ai servizi sociali e a quelli psicologici e sanitari al fine di intercettare in tempo utile i segnali di malessere". (ANSA).