“La tassa sulla salute per i frontalieri è illegittima e deve essere ritirata”. Sindacati italiani e svizzeri e Associazione comuni di frontiera uniti nella contestazione del nuovo balzello introdotto alla fine dello scorso anno con la legge di Bilancio. I rappresentanti dei lavori hanno presentato oggi un parere legale redatto da un pool di esperti che analizza i motivi per cui il nuovo tributo sarebbe incostituzionale.
Il contributo, in misura variabile tra il 3 e il 6% dello stipendio, viene applicato dal primo gennaio 2024 ai vecchi frontalieri e ai loro familiari. I rappresentanti delle organizzazioni sindacali hanno sottolineato gli elementi principali contro la tassa.
“Diritto universale alla salute e, quindi, diritto di accesso al sistema sanitario nazionale per tutti i cittadini italiani indipendentemente dalla condizione di reddito – hanno spiegato oggi le organizzazioni sindacali – discriminazione tra i cittadini italiani e dell’Unione Europea; violazione degli obblighi internazionali a seguito della sottoscrizione tra Italia e Svizzera del trattato internazionale sulla nuova imposizione fiscale convertito in legge; introduzione della doppia imposizione fiscale in violazione dei principi contro le doppie imposizioni”.
Cgil, Cisl e Uil, il 25 maggio scorso a Como, con le analoghe svizzere Unia, Ocst e Syna hanno organizzato una manifestazione di protesta dei frontalieri senza precedenti, che ha unito italiani e svizzeri. “Alla luce anche del parere legale – hanno ribadito oggi – chiediamo il ritiro del provvedimento e il completo rispetto della legge sulla riforma fiscale per i frontalieri approvata all’unanimità del parlamento la scorsa estate”. “Chiediamo il superamento della tassa della salute – aggiungono – la convocazione del tavolo interministeriale, la piena applicazione del valore della Naspi per i primi tre mesi di disoccupazione. Auspichiamo un proficuo ripristino dei rapporti Italia-Svizzera che risolvano anche la questione delle liste dei Comuni di frontiera”.