(ANSA) – ROMA, 07 GIU – I corpi di undici migranti sono stati avvistati al largo della Libia dall’aereo Seabird, di Seawatch, e sono stati poi recuperati dalla nave Geo Barents, di Medici senza frontiere, che si trovava in zona dopo aver soccorso due imbarcazioni. Alla Geo Barents è stato assegnato il porto di Gonova, a più di 600 miglia nautiche dal luogo dell’intervento, dove ora si sta dirigendo con a bordo 165 presone e gli undici cadaveri. Come ha spiegato sui social Seawatch, "oggi il nostro aereo Seabird ha avvistato undici corpi senza vita al largo della Libia, non sappiamo se siano tutti parte dello stesso naufragio fantasma. Questo è ciò che accade nel Mediterraneo, anche quando nessuno lo vede". L’organizzazione racconta poi di aver "provato a contattare una motovedetta libica, in inglese e in arabo via radio, affinché li recuperasse ma senza risposta. Per loro e per l’Ue queste persone non valgono nulla neanche da morte". Ad intervenire è stato allora la nave Geo Barents che, come ha raccontato Juan Matias Gil, capomissione di Medici senza frontiere, era intevenuta nella notte in coccorso di una barca in vetroresina e di un gommone, la prima con 37 persone a bordo, il secondo con 109. "Ci era stato assegnato il porto di Civiavecchia – spiega Gil – due ore dopo ci mandano una comunicazione del cambiamento del porto a Genova, più di 600 miglia nautiche, mille chilometri, dal posto di soccorso". "Visto che l’aereo della Sea Watch aveva avvistato dei corpi che galleggiavano non molto lontano dalla nostra ubicazione, la Guardia costiera italiana ci ha permesso di andare a recupere i corpi". Ci sono volute quattro ore per arrivare al punto dove si trovavano, altre quattro o cinque ore per recuperare le salme. "Nel frattempo – scrive Msf sui social – il nostro team ha avvistato dal ponte un’imbarcazione con 20 persone a bordo, che le squadre di Msf sono riuscite a salvare in sicurezza". Per Medici senza frontiere, si assiste così "ancora una volta al risultato delle devastanti e sanguinose politiche europee in materia di migrazione e di mancata assistenza alle persone che attraversano il Mediterraneo". "Sappiamo che le persone continueranno a percorrere strade pericolose nel disperato tentativo di raggiungere la salvezza, e l’Europa deve trovare percorsi sicuri e legali per loro. Questa catastrofe – conclude Msf – deve finire". (ANSA).