Liste d’attesa e tempi lunghi in ambito sanitario, carenza di medici e personale. Problemi locali e nazionali a cui il governo tenta di dare risposta. Sono sempre più i pazienti che si trovano a rinunciare alle cure per colpa di agende sature e dell’impossibilità economica di ricorrere al privato. Nei giorni è stato possibile documentare le difficoltà a prenotare alcune visite nel Comasco: dall’allergologia all’oculistica, dalla dermatologia all’urologia.
La Lombardia già ad aprile scorso ha annunciato alcuni interventi, con lo stanziamento di 61 milioni di euro per abbattere le liste d’attesa e garantire 7 milioni di prestazioni in più in regione. Ora – dopo la trattativa definita da più parti “febbrile” tra il ministero della Salute e quello dell’Economia – si è raggiunto un compromesso con una serie di misure contenute nel decreto legge varato dal consiglio dei ministri per cercare di riorganizzare il sistema.
Le principali novità
Un centro unico di prenotazione regionale o infraregionale, il monitoraggio sulle liste d’attesa affidato all’Agenas, un ispettorato generale di controllo sull’assistenza sanitaria incaricato di intervenire sul mancato rispetto dei tempi da parte delle agenzie sanitarie locali, fino all’introduzione di visite ed esami il sabato e la domenica. Queste le principali novità.
Previsto un aumento delle tariffe orarie del 20% per il personale che dovrà prestare servizi aggiuntivi con una tassazione ridotta al 15% e 100 milioni di euro per avvalersi di specialisti ambulatoriali interni per recuperare le liste d’attesa. Sono alcune delle ulteriori misure contenute nel disegno di legge a completamento del decreto. Nessun taglio alle prestazioni ma classi di priorità verranno indicate dal medico nella richiesta di visita o esami.
La bozza prevede, inoltre, che Le Regioni debbano assegnare ai direttori generali obiettivi annuali il cui mancato raggiungimento potrà determinare la sospensione per un periodo di 12 mesi. Anche gli specializzandi verranno chiamati per abbattere le liste d’attese.