Prenotazioni impossibili e tempi d’attesa infiniti per visite ed esami, la Regione invita a rivolgersi alle singole strutture sul territorio. “In caso di difficoltà a reperire un appuntamento nei tempi previsti occorre rivolgersi alla struttura di riferimento”, ribadisce l’ufficio stampa, ricordando gli interventi annunciati il 22 aprile scorso, con lo stanziamento di 61 milioni di euro per abbattere le liste d’attesa e garantire 7 milioni di prestazioni in più in Lombardia.
Il dato di fatto è l’odissea quotidiana dei cittadini che devono prenotare una visita o un esame. Una situazione documentata da numerosi esempi. “In caso di indisponibilità della prestazione entro i tempi previsti, la struttura si attiva per individuare altri enti pubblici o privati accreditati del territorio – è la risposta della Regione – La struttura inserisce il cittadino in lista di attesa per programmare l’appuntamento entro i tempi e in ultima istanza erogherà la prestazione in regime di libera professione con oneri a proprio carico, escluso ticket”.
L’Asst Lariana conferma la possibilità di accedere alla procedura. “E’ necessario presentarsi di persona in uno dei Cup, centro unico di prenotazione dell’azienda – fanno sapere dall’ufficio stampa – Il Cup prenota direttamente la visita oppure prende in carico la ricetta e poi si occupa di cercare una disponibilità sul territorio e nelle strutture di riferimento. In caso di impossibilità organizza la visita in regime di libera professione, senza oneri a carico del cittadino se non il ticket”.
Critico il consigliere regionale del Pd Angelo Orsenigo. “Prenotare una visita medica con il sistema sanitario regionale significa rimanere incastrati in un vero e proprio ricatto: vuoi curarti? Paga. Altrimenti aspetta – denuncia – Non ci sono altre parole per descrivere un sistema in cui una visita con il sistema sanitario pubblico viene concessa dopo mesi o, addirittura, anni”. “L’assurda soluzione di Bertolaso e Fontana? Contingentare i tempi: venti minuti per una Tac, una visita cardiologica o ginecologica, un quarto d’ora per un ecocolordoppler, dieci per un elettrocardiogramma – continua Orsenigo – A Como servono più medicina di territorio, più personale sanitario, più posti letto. Nella nostra provincia siamo poi ancora più svantaggiati: i tempi di attesa delle strutture lariane sono più alti che in provincia di Varese, per esempio. Non è più tollerabile. Basta con le assurde soluzioni tampone. La sanità lombarda va rifondata dalla base. Per questo abbiamo lanciato una proposta di legge di iniziativa popolare che in poche settimane ha già raccolto più di 40mila firme di lombardi che chiedono una nuova riforma sanitaria”.