(ANSA) – BOLOGNA, 30 MAG – Sui telefonini di due ragazzi, diciottenni, è scattato l’allarme dell’applicazione collegata al 118 per le emergenze: sono corsi fuori dall’aula, dove stava terminando la lezione, per prendere il defibrillatore della scuola e precipitarsi dalla persona che si trovava in arresto cardiaco. Così, ieri mattina a Modena, due studenti di un istituto superiore hanno salvato la vita a un uomo, un pensionato che mentre stava mangiando qualcosa al bar vicino scuola è andato in arresto cardiaco. Lo riporta la stampa locale. A ricevere l’allarme sono stati uno studente che da quasi due anni è volontario dell’Avap (Associazione volontari assistenza pubblica) di Formigine e una studentessa volontaria della Croce Blu di Modena. Per entrambi è arrivato l’alert nell’ambito del progetto ‘DAE RespondER’ collegato al 118 Emilia-Romagna e volto a incentivare e diffondere l’utilizzo dei defibrillatori semiautomatici in regione, in caso di arresto cardiaco improvviso. "Io e la mia compagna siamo corsi giù a prendere il defibrillatore in dotazione alla scuola – racconta il 18enne al Resto del Carlino – e ci siamo diretti al bar dove si trovava la persona in difficoltà. Quando suona l’alert, accettando l’intervento, si è subito messi in collegamento con la centrale operativa del 118 che ci ha fornito la mappa della postazione e il coordinamento su come comportarci, mentre in contemporanea vengono avvisati i mezzi di soccorso". Sul posto i due hanno trovato disteso a terra un uomo sulla settantina in arresto cardiaco, e un’altra persona del bar che intanto stava praticando il massaggio cardiaco. "La mia compagna di classe ha iniziato un primo ciclo di massaggio, mentre io ho acceso il defibrillatore e attaccato le piastre: in base al ritmo cardiaco rilevato, la centralina della macchina ha decretato che la scarica non fosse consigliata, perché per fortuna l’uomo si era ripreso. Gli ho controllato il polso e lo abbiamo messo in sicurezza nella posizione laterale; all’arrivo dell’ambulanza e dell’auto medica, i sanitari con le pinze hanno estratto dalla gola del 70enne un grosso pezzo di cibo". "Non ci sentiamo ‘eroi’. Quello che dovevamo fare lo abbiamo fatto, nel migliore dei modi e sicuramente è una sensazione bellissima fare il proprio dovere e vedere che la persona prima in arresto cardiaco si riprende sotto i tuoi occhi". (ANSA).