La polemica tra la Lega di Como e il sindaco Rapinese sugli autovelox (qui i dettagli) mi riporta al giugno 2022.
A Como fa un caldo bestiale e nel mezzo di una campagna elettorale rovente – sotto tutti i punti di vista – Alessandro Rapinese, civico, e Barbara Minghetti, centrosinistra, si giocano la poltrona da sindaco di Como al ballottaggio. Il 18 giugno 2022 Matteo Salvini dichiara alla stampa: “Se fossi a Como non voterei la sinistra”. Un assist a quello che, di lì a pochi giorni, sarebbe diventato il nuovo sindaco di Como.
Rapinese, simpatico al centrodestra (o quantomeno al suo elettorato) e nemico giurato del centrosinistra, specie del Pd, è diventato sindaco anche con i voti di Lega e Fratelli d’Italia. Che poi hanno concesso al “simpatico nemico” un’opposizione morbida nei primi tempi di amministrazione, lasciando al centrosinistra il ruolo dei dobermann da opposizione. Oddio, dobermann forse è troppo. Qualcosa di un po’ meno aggressivo. Pastore maremmano, ecco.
Comunque: quell’idillio – sempre che sia mai esistito davvero – è definitivamente finito con l’affaire autovelox.
Le prime crepe si sono aperte con alcune roboanti scelte dell’amministrazione Rapinese. Tipo cancellare il lunapark da Muggiò, o chiudere due nidi.
Fratelli d’Italia ha iniziato a definire “ostile” Rapinese, organizzando gazebo e comunicati di protesta. Insomma, ha abbandonato l’opposizione di velluto.
E ora tocca alla Lega, che sulla questione autovelox muove parlamentari, segretari, consiglieri e truppe cammellate per attaccare a viso aperto il sindaco di Como.
Chissà se oggi, a due anni di distanza, Salvini (ri)farebbe a Rapinese quell’assist in campagna elettorale.
La sensazione è l’opposizione stia scivolando nel terreno favorito del sindaco di Como. Lo scontro non intimorisce Rapinese, anzi, lo ringalluzzisce. Attenzione: uno che non ha mai chiesto nulla ai partiti, può far volare schiaffoni senza preoccuparsi troppo degli equilibri interni politici o altre menate simili, che invece chi risponde a un partito deve considerare.