A Campione d’Italia scoppia il “caso internazionale”. La protesta parte da un cantiere in territorio elvetico troppo vicino allo storico cimitero italiano. Pochi metri di distanza sui quali corre la linea di confine dei due Paesi che hanno norme differenti anche in materia di costruzione.
A sollevare la questione in più di un’occasione con relative richieste di chiarimenti all’amministrazione sono stati i consiglieri di opposizione della lista Campione 2.0 Simone Verda e Gianluca Marchesini, che partono da una lettera che il comune di Campione inviò al municipio di Bissone nel 2021 in cui veniva precisato che “pur non essendo rispettata la fascia di inedificabilità prevista per i campi cimiteriali (200 metri) è rispettata la distanza minima dai confini privati e dalle strade comunali (5 metri)”.
In pratica il cimitero, che affianco vede il santuario di Santa Maria dei Ghirli, epoca di costruzione XIV secolo, ora si trova a pochi passi di distanza dal complesso residenziale elvetico. Nessuno sconfinamento ma sull’opportunità di costruire così a ridosso riflettono i consiglieri. Verda e Marchesini parlano anche di una vicenda che sfocia nel diritto internazionale che avrebbe bisogno di ulteriori chiarimenti.
Come detto i confine tra i due stati corre lungo pochi metri e il nuovo complesso avrà comunque a che fare con il comune italiano per alcune questioni – già regolamentate – in primis il passaggio per l’accesso. E infatti il sindaco di Campione, Roberto Canesi, non ha dubbi su questa vicenda e chiarisce che non c’è nessun “caso Italia-Svizzera” perché il cantiere e il palazzo sono di competenza elvetica e il comune italiano non poteva entrare nel merito.
Ormai il cantiere volge al termine, ma la discussione sul tema no.