Minacce: “A lui gli ho detto che se entro oggi non porta quello che deve portare, tuo fratello con i miei nipoti va da suo padre, da sua madre e da suo fratello”. Intimidazioni: “Vai a trovare i soldi se no ti ammazzo”. Ritorsioni: “Porta 5 litri di benzina che qua gli mandiamo tutto all’aria”. Violenza. “L’ho preso qua da terra e lo stavo strozzando. Lui ha visto che non scherziamo”.
Gli inquirenti contestano l’aggravante del metodo mafioso. E di nuovo un’indagine della polizia di Stato, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, fa emergere la presenza sul territorio della ‘ndrangheta. L’operazione Hocus Pocus della squadra mobile della questura di Como è sfociata in 30 arresti, 25 in carcere e 5 ai domiciliari. Provvedimenti eseguiti dall’alba di oggi sul Lario e in tutta la Lombardia oltre che in Piemonte e in Calabria. Le accuse, a vario titolo, sono associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti con l’aggravante dell’essere l’associazione armata, usura ed estorsione con l’aggravante del metodo mafioso, autoriciclaggio per aver riutilizzato i proventi dell’attività di spaccio per acquistare locali pubblici e finanziare società intestate fittiziamente prestanome, per avere indebitamente percepito finanziamenti con garanzia pubblica ottenuti attraverso presentazione di falsa documentazione contabile.
Lo spaccio era solo una delle attività dei gruppi criminali, accusati di reati finanziari, usura ed estorsioni. Società fittizie che hanno anche incassato illecitamente finanziamenti pubblici. Imprenditori in difficoltà intercettati dalla rete delle organizzazioni, pronte a fornire subito denaro anche in gran quantità a tassi fino al 10% alla settimana. Nella rete sono caduti
commercianti e imprenditori locali soprattutto del settore tessile e delle calzature ma anche dell’ambiente delle auto. Ad oggi, agli inquirenti non risultano denunce.