(ANSA) – ROMA, 24 MAG – "Ricordo che quel giorno ho pranzato con mio fratello e la sua fidanzata. Ho firmato il primo controllo delle forze dell’ordine e sono andato in camera mia. A quel tempo prendevo alcune medicine che mi davano sonnolenza. Su questo aspetto ero sempre molto attento perché so bene dell’importanza dei controlli delle forze dell’ordine ma mi sono addormentato, non ho sentito nulla e sono stato poi svegliato dai miei genitori". E’ quanto ha affermato, davanti al giudice monocratico di Roma, Pietro Genovese, il ventenne condannato in via definitiva a cinque anni e quattro mesi di carcere per l’omicidio stradale di due ragazze di 16 anni, nel corso del processo che lo vede imputato per evasione dai domiciliari. La vicenda risale al 16 gennaio del 2021. Nel corso dell’udienza è stato mostrato il video della telecamera interna del palazzo e ascoltato in aula il portiere dello stabile. "Dalla visione del filmato – ha detto il testimone – non ho visto nessuna sagoma che riconduca a Pietro Genovese". La sentenza è attesa per il 7 giugno. (ANSA).