(ANSA) – CAGLIARI, 16 MAG – Sono accusati anche di aver aiutato Graziano Mesina durante la sua latitanza e di aver creato un’associazione specializzata nel traffico e nello spaccio di droga. Sono le ipotesi di reato contestate dalla Dda di Cagliari agli altri indagati nell’ambito dell’inchiesta Monte Nuovo, chiusa ieri con l’invio di 34 avvisi di conclusione delle indagini preliminari. Secondo la Dda, Nicolò Cossu, assieme al medico Tomaso Cocco, primario della terapia del dolore del Binaghi di Cagliari, Tonino Crissantu, braccio destro di Cossu, Mario Antonio Floris, Paolo Sale, Antonio Fadda, Antonio Marteddu, Tomas Littarru, Giuseppe Paolo Frongia, Anna Gioi, Raffaele Gioi, Salvatore Gioi, Marco Lai, Battista Mele e Antonio Michele Pinna, avrebbero "aiutato Graziano Mesina a sottrarsi all’esecuzione della pena". Crissantu avrebbe tenuto i contatti con Mesina "organizzando e decidendo", insieme a Nicolò Cossu gli spostamenti del latitante; gli altri si sarebbero occupati dei trasferimenti da un rifugio all’altro, di fornire il supporto logistico e dei contatti tra i vari fiancheggiatori. Cossu e Desiderio Mulas sono anche accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di ingenti quantitativi di stupefacenti, sia cocaina "che acquistavano nel bergamasco e distribuivano in Sardegna", sia di marijuana "che trasportavano dalla Sardegna alla penisola". A capo di tutto, secondo la Dda ci sarebbe stato proprio Cossu – noto "Cioccolato" – che teneva i rapporti con gli orgolesi e con gli altri componenti e affiliati del gruppo criminale. Nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari vengono citati numerosi episodi di cessione di droga. Tra questi l’episodio per il quale sono accusati Cossu, Crissantu, Desiderio Mulas, Vincenzo Deidda, Alessandro Arca, Alessandro Rocca, Antonio Giuseppe Mesina, Battista Mele, Serafino Monni e Vito Maurizio Cossu: la cessione di 600 chili di marijuana destinata alla vendita nella penisola sequestrata il 16 maggio 2022 dai carabinieri. (ANSA).