Un campionato partito con ambizioni sì importanti ma con il dichiarato obiettivo dei playoff, ribadito ad ogni conferenza stampa dall’allenatore Moreno Longo. Una squadra che, con il tecnico confermato dalla stagione precedente, stava disputando un torneo sostanzialmente in linea con quanto annunciato. L’inizio di stagione degli azzurri era peraltro stato traumatico, con la sconfitta per 3-0 a Venezia il 20 agosto. Poi la squadra ha per fortuna dimostrato che quello stop era stato un episodio e ha ingranato. Con mister Moreno Longo stavano quindi arrivando i risultati, anche le vittorie, ma spesso con molta sofferenza.
Non è mai bello essere autoreferenziali, ma il momento che ha iniziato a segnare la svolta della stagione è stato quello della famosa intervista di Mirwan Suwarso a Espansione Tv. Ospite nei nostri studi, il 18 ottobre scorso, il top manager esponente della proprietà ha parlato chiaro e per la prima volta ha pubblicamente sgombrato il campo da ogni equivoco: alla società non interessano i playoff, ma la promozione diretta, ha detto. Un messaggio perentorio da parte del dirigente che dopo le dichiarazioni in inglese, ha voluto fare questa annotazione in italiano.
Il segnale, di fatto, che si doveva cambiare e che qualcosa cominciava a bollire in pentola. La chiusura del cerchio il successivo 13 novembre, con l’esonero di Moreno Longo dopo la vittoria ottenuta ad Ascoli. “Non ci basta vincere, ma vogliamo il bel gioco. Siamo una squadra che concede troppo agli avversari e che ha molte difficoltà a segnare di nuovo dopo essere andata in vantaggio” ci aveva scritto nella notte Suwarso per spiegare la decisione di cambiare la guida tecnica.
Un Como che è stato quindi affidato a Cesc Fabregas, il campione spagnolo e azionista del club che sul Lario ha chiuso la sua carriera di giocatore e ha iniziato quella di allenatore. Prima con la Primavera, poi con la squadra principale. L’obiettivo è stato fin da subito chiaro: scalare posizioni e puntare alla promozione diretta con possesso di palla, atteggiamento grintoso e propensione offensiva. Un lavoro impostato da Fabregas a cui è stato poi affiancato il tecnico gallese Osian Roberts.
Il gruppo ha recepito e di fatto questo cambio ha segnato la svolta, con una crescita costante suggellata dalle reti degli attaccanti Patrick Cutrone e Alessandro Gabrielloni. Ma non soltanto: un contributo importante è giunto anche dalle realizzazioni di difensori e centrocampisti, in particolare Lucas Da Cunha, Simone Verdi e Gabriel Strefezza. Quest’ultimo è stato il colpo nel mercato invernale di un club che con una serie di acquisti mirati e di alto livello a gennaio ha fatto capire che il progetto promozione-diretta era concreto e non campato in aria.
Un finale che è stato ad alta tensione, con il Parma in testa fin dalle fasi del campionato che per primo è stato promosso; i lariani hanno avuto come interlocutori il secondo posto la Cremonese, però calata nel finale e il Venezia, che fino all’ultimo ha lottato con gli azzurri. Ogni gara del Como non è stata comunque semplice. Non sono mancati passi falsi clamorosi interni come quello con l’Ascoli, o le recenti vittorie sofferte in trasferta con la FeralpiSalò e in casa con il Cittadella. E alla penultima giornata, quando gli azzurri, a +4, potevano con un successo festeggiare la promozione, di fronte si sono ritrovati un Modena che aveva bisogno di un punto per la salvezza matematica e ha lottato strenuamente per conquistarlo, raggiungendo l’obiettivo.
L’ultima giornata di regular season è stata quella del verdetto definitivo, con la serata della sfida contro il Cosenza che rimarrà per sempre come indelebile patrimonio di chi ama i colori azzurri.