(ANSA) – LA SPEZIA, 10 MAG – Opera da 70 milioni di euro, di cui 40 milioni dai fondi Pnrr, il Biodigestore di Saliceti, un impianto di trattamento di rifiuti in costruzione in provincia della Spezia, non è al momento finito nelle carte delle inchieste che hanno portato all’arresto di Giovanni Toti e Paolo Signorini, ma la sindaca di Santo Stefano Magra (La Spezia), Paola Sisti, oggi fa un appello alla provincia "per sospendere in autotutela i lavori". "Io ritengo che, anche alla luce di quanto sta succedendo, sarebbe conveniente fermarsi – dice all’ANSA la sindaca -. Se io fossi il responsabile della Provincia della Spezia, ente che ha rilasciato l’autorizzazione a costruire il biodigestore di Saliceti, mi fermerei subito. Anche in virtù del principio di autotutela". I lavori di costruzione, che coinvolgono anche il comune di Vezzano Ligure, sono fatti da Recos, società compartecipata da Iren, e sono partiti nel marzo scorso nonostante i rilievi dell’Autorità nazionale anticorruzione in merito alla modifica del contratto di servizio. Dalla prima cittadina un appello alla Provincia, retta dal sindaco della Spezia, Pierluigi Peracchini, a fare un passo indietro. "Quello che denuncia Anac non ferma un’autorizzazione rilasciata, ma accende un faro su una questione di trasparenza da parte di un ente pubblico, in questo caso la Provincia della Spezia, che ha fatto ricorso contro la delibera – ricorda la sindaca -. Noi come Comune di Santo Stefano ci siamo costituiti a favore della pronuncia di Anac". Il progetto dell’impianto gode di un finanziamento di 40 milioni di euro derivati dal Pnrr. "A tutela di tutti e del mio territorio, a cui penso chiaramente in primis, sospenderei la procedura". Nel bando di gara l’impianto era previsto all’inizio per trattare 20mila tonnellate di rifiuti ma in seguito è stato portato a 90mila tonnellate perchè la Regione lo ritiene strategico in base al piano regionale che prevede di conferire lì anche i rifiuti del vicino Golfo del Tigullio. Nelle scorse settimane l’Anac è intervenuta con una delibera affermando che l’impianto può essere aumentato ma per modificare il contratto d’appalto serve una nuova gara. Lo scorso 2 marzo il presidente ligure Giovanni Toti e l’ad di Iren, oggi sospeso, Paolo Signorini, andarono a Saliceti per la cerimonia di avvio dei lavori. I comitati contrari all’impianto protestarono affermando che dopo l’intervento di Anac si dovessero fermare i lavori, invece il presidente ha affermato che il progetto sarebbe andato avanti comunque anche perchè il Consiglio di Stato ha validato la procedura regionale di autorizzazione ambientale. (ANSA).