(ANSA) – SENIGALLIA, 03 MAG – Dieci anni dopo l’alluvione di Senigallia (Ancona), che il 3 maggio 2014 fa allagò varie zone della città e la bassa valle del fiume Misa, causando tre morti e centinaia di milioni di euro di danni, la comunità locale è ancora profondamente segnata da quell’evento. Molte persone rivivono quei momenti di paura e disperazione "ogni volta che piove", ansie poi aumentate con l’alluvione del settembre 2022 – ancora vittime, ancora acqua e fango nelle abitazioni – e di nuovo un anno fa. "Non eravamo preparati per l’alluvione" dice all’ANSA Cinzia Galluzzi, residente nella zona Molino Marazzana, una delle maggiormente colpite. "Quella notte del 2014 era piovuto tanto e al mattino presto, quando non pioveva più, sono uscita: i vigili urbani stavano andando in un supermercato vicino casa mia. Erano lì per avvisare il personale che il fiume Misa stava per esondare. Nessuno ha avvisato me o i miei familiari. Solo quando io ho chiesto informazioni, mi hanno detto cosa stava per succedere, consigliandomi di andare ai piani alti. Noi però – racconta Cinzia -abbiamo la casa a un piano solo. E’ stato il panico: abbiamo preso le poche cose che si prendono in queste situazioni e siamo scappati. Solo in seguito ho scoperto che la zona in cui noi abitiamo da circa 16 anni è considerata una vasca di espansione naturale". Notevoli i danni, non altrettanto gli indennizzi. "Io, con l’alluvione del 3 maggio 2014 ho avuto più di 100mila euro di danni, fino a 2,30 metri di acqua in casa; ho ricevuto solo 16mila euro di rimborso. Abbiamo sistemato casa ma nel settembre 2022 abbiamo avuto di nuovo l’acqua che ha allagato tutto, la seconda volta 2,80 metri. Abbiamo buttato via di nuovo tutto quanto. I 5mila euro di indennizzi ricevuti finora li abbiamo utilizzati per rimettere un po’ a posto l’impianto elettrico e le cose di primaria necessità, ma ci siamo fermati perché non si sa nulla, non abbiamo risposte dalla Regione, se la nostra sarà una zona di esproprio, se ci sarà data la possibilità di spostarci altrove. Ora siamo in affitto in tre in un bilocale. Non credo che si possa vivere continuamente con l’ansia – aggiunge -. Tutte le persone di questa zona non possono continuare a vivere così". (ANSA).