(ANSA) – BOLOGNA, 30 APR – "Morire sul lavoro a 37 anni, come a qualsiasi altra età, non è giusto e non dovrebbe accadere. Che questo giorno ci serva a tutti quanti per riflettere su quelle che potrebbero essere le migliorie in ambito lavorativo per far sì che certe tragedie non accadano". Lo dicono all’ANSA i familiari di Alessandro D’Andrea, una delle sette vittime alla centrale elettrica di Suviana, insieme all’avvocato Gabriele Bordoni che li assiste. "Vorremmo aggiungere anche un nostro caro e sincero ringraziamento a chi ha lavorato senza sosta per soccorrere Alessandro, così come tutte le altre persone che ci hanno sostenuto in quei giorni così difficili e che continuano a farlo anche oggi", proseguono. Le sorelle, i genitori e la sua compagna di vita, Sara, insieme all’avvocato Bordoni, vogliono ricordarlo "con poche ma chiare parole": Alessandro "ha da sempre amato il suo lavoro, tanto da spingersi a lasciare i propri affetti in Toscana sin da molto giovane e trasferirsi in una delle più grandi metropoli del lavoro, a Milano, dove avrebbe avuto sicuramente maggiori possibilità di crescita personale ma soprattutto professionale. Questo per dire che Alessandro si è impegnato e sacrificato, ha avuto sempre la voglia di sapere, di conoscere e di imparare e così ha viaggiato per lavoro in tutto il mondo. Ad oggi avrebbe avuto ancora tantissima voglia di fare, di migliorare, nel suo piccolo, quella che è la realtà di vita che ci circonda. È proprio per questo che aveva scelto di lavorare nell’ambito delle energie rinnovabili, materia che lo affascinava così tanto proprio perché gli dava la possibilità di unire conoscenze in campo dell’idraulica, se non anche dell’elettronica e anche della meccanica". "Era entusiasta, credeva nel valore del lavoro e dell’impegno, aveva fiducia nel suo futuro e ci coinvolgeva raccontandosi del suo mondo e questo ci ha sempre reso felici e ci mancherà tantissimo". "Così – concludono – ricordiamo Alessandro e, con lui, tutte le vittime sul lavoro e alle loro famiglie; ed ora veglia su di noi da lassù e stacci vicino proprio come eri solito fare anche qui". (ANSA).