(ANSA) – ANCONA, 23 APR – Studenti in visita al carcere di massima sicurezza di Fossombrone (Pesaro Urbino). È un progetto portato avanti dalla Procura generale presso la Corte di appello di Ancona e dall’Ufficio scolastico regionale delle Marche. Due classi quinte dell’istituto tecnico Enrico Mattei di Urbino (tutti studenti maggiorenni) sono state scelte per recarsi, il prossimo 3 maggio, in carcere. "Lo scopo è doppio – spiega il procuratore generale Roberto Rossi – da una parte dimostrare ai giovani che se si commettono dei reati non si rimane impuniti e si paga con la libertà personale. Dall’altro che il recupero del detenuto è un aspetto rilevante. È infatti un errore pensare che con la condanna la questione è chiusa. Anzi, inizia proprio dal carcere la battaglia alla legalità. Recuperando queste persone possiamo considerare la partita chiusa. È al termine della pena che si vede chi ha perso e chi ha vinto". Il recupero dei detenuti a Fossombrone, considerato un istituto di pena modello, è possibile tramite diverse attività che il carcere offre: laboratori di pittura, di manifattura per imparare a realizzare borse intrecciando fibre, di giardinaggio e anche studiando fino al diploma o alla laurea. L’idea di aprire il carcere alle scuole, per Fossombrone sarebbe la prima volta, è venuta proprio a Rossi, che lo ha visitato e che sottolineare che "non tutti gli istituti di pena possono farlo perché mancano gli spazi e questo è un male". È stato scelto Fossombrone perché lì si trovano detenuti con pene lunghe da scontare e "nonostante abbiamo prospettive lontane di libertà c’è chi vuole riscattarsi e si impegna lavorando e studiando". Un carcere dove anche gli incontri con i familiari avvengono in una stanza particolare, "è in giardino – dice Rossi – curato dagli stessi detenuti e dove è stato messo anche un gazebo per le intemperie e per quando è più freddo" con tanto di spazio giochi per i figli piccoli dei detenuti che vengono a trovare i loro padri. Il 3 maggio gli studenti visiteranno i laboratori e saranno accolti da una rappresentanza dei detenuti in fase di recupero per sentire raccontare le loro storie. A Fossombrone sono due donne che guidano la struttura, una è la direttrice del carcere Daniela Minelli, l’altra è il capo delle guardie carcerarie, l’agente della penitenziaria Marta Bianco. Tutte le lezioni e i laboratori si basano su docenti e artigiani del posto che lo fanno sotto forma di volontariato. (ANSA).