(ANSA) – NAPOLI, 21 APR – Applausi a La Repubblica delle Idee, a Napoli, per lo scrittore Antonio Scurati. Quello di oggi è il primo incontro al quale Scurati prende parte dopo che il suo monologo sul 25 aprile è stato bloccato dalla Rai; il testo doveva essere letto dallo stesso scrittore, ieri sera, nel corso della trasmissione CheSarà su Rai3. Un monologo che oggi Scurati sta leggendo. "Populismo e fascismo. Mussolini oggi" è il titolo dell’incontro, nel Cortile d’onore di Palazzo Reale, con Scurati, il direttore de la Repubblica Maurizio Molinari e Raffaella Scuderi. "È duro, faticoso, doloroso, sono un privato cittadino che legge e scrive libri e all’improvviso per aver fatto lo scrittore mi ritrovo al centro di una polemica politico-ideologica accanita, spietata e fatta di attacchi personali denigratori che mi dipingono come un profittatore, quasi come un estorsore", dice lo scrittore. E torna a parlare della premier Meloni e della scelta di non definirsi antifascista: "Mi attengo alla superficie visibile delle cose, non c’è bisogno di dietrologie, leggo la storia di queste persone, tendo ad adottare come romanziere una prospettiva storica sugli eventi. Sembra semplicissimo, vediamo da dove viene, dalla militanza giovanile nel Movimento sociale italiano fondato da Almirante e Romualdi, i servi degli aguzzini tedeschi, i massacratori, i fucilatori". E poi aggiunge: "Il loro motto è sempre stato non rinnegare, non restaurare. Un motto al quale ancora oggi ci si attiene. Ecco direi che è così". "Ho scritto 11-12 libri e non c’è mai un riferimento al fascismo, ho anche altri interessi – dice ancora – sono loro che non vogliono dire quella parolina e che non vogliono fugare le ombre e recidere quel legame. Le ombre camminano con loro". Confessa anche i suoi timori: "Quando un leader politico di tale carisma, come sicuramente è la presidente del Consiglio Meloni, che ha un seguito molto vasto, nel cui seguito da qualche parte là sotto, vista anche la storia politica da cui proviene, c’è sicuramente qualche individuo non estraneo alla violenza, probabilmente non molto equilibrato, quando il capo punta il dito contro il nemico e i giornali, o meglio i ‘giornasquadristi’ fiancheggiatori del governo ti mettono sulle prime pagine, con il titolo sotto ‘l’uomo di M.’, ti disegnano un bersaglio intorno alla faccia. Poi magari qualcuno che mira a quel bersaglio c’è. Succede, è già successo". (ANSA).