(ANSA) – MILANO, 20 APR – "Oggi come Fridays for Future abbiamo continuato lo sciopero globale per la giustizia climatica. Lo abbiamo fatto con una manifestazione cittadina insieme alle realtà palestinesi e ai lavoratori della ex GKN. Gli ostacoli dall’alto non sono mancati": a raccontarlo sono gli organizzatori della manifestazione a Milano. "Sala, che con la sua amministrazione si dipinge di verde, ha personalmente cambiato i percorsi delle manifestazioni ecologiste, relegandoci a strade strette che portano lontano della città. Tutto ciò per non disturbare l’unica Milano che gli interessa: quella dell’apparenza e degli interessi economici" dichiarano gli attivisti di Fridays For Future. "Nonostante ciò, siamo scese in piazza per sottolineare che non c’è transizione senza coinvolgere i lavoratori e che giustizia climatica e sociale sono connesse. Abbiamo organizzato una manifestazione insieme alle realtà palestinesi di Milano, evidenziando così che la lotta per il clima non avrà successo senza la libertà e l’autodeterminazione del popolo palestinese e di tutte le popolazioni oppresse nel mondo. Basti pensare che per colonizzare la Palestina sono stati sradicati più di 800.000 ulivi e altri alberi da frutto locali e sono stati sostituiti con colture intensive e occidentali, che danneggiano il suolo e richiedono l’impiego di molta acqua. Nel frattempo, le riserve idriche sono sistematicamente sottratte al popolo palestinese da anni e il mare di Gaza viene spartito tra compagnie del fossile per aprire nuovi pozzi di gas, le cui royalties andranno a Israele". Secondo Martina Comparelli di Fridays For Future "Ciò che succede a Gaza è un’ingiustizia sociale ma anche climatica. La Palestina è un territorio particolarmente esposto agli impatti della crisi climatica e i bombardamenti degli ultimi mesi stanno uccidendo il clima oltre alle persone. L’impatto degli attacchi di Israele da ottobre 2023 a gennaio 2024 sono pari a 281.315 tonnellate metriche di diossido di carbonio, una cifra equivalente alla combustione di 150.000 tonnellate di carbone. Chiediamo che si metta fine al genocidio e all’ecocidio della Palestina." La mobilitazione portava anche delle proposte. Infatti nel corteo di oggi si è ribadito quanto espresso nel primo report della campagna "Lavori Climatici": è necessaria una transizione ecologica a pianificazione democratica in cui ci sia una democratizzazione anche del lavoro stesso. C’è impellente bisogno di una riconversione industriale che produca i beni e servizi chiave per decarbonizzare I settori a più alte emissioni e realizzare la giustizia sociale. (ANSA).