Quale turismo per il Lago di Como? le immagini di una città e di piccoli borghi affacciati sul Lario presi d’assalto, le conseguenze sui prezzi dei menu al ristorante e delle tariffe dei parcheggi. Le lunghe code di persone alla navigazione, o alla funicolare, gente stesa al sole con tanto di ombrelloni davanti a Villa Olmo, aiuole spesso trasformate in cestini dei rifiuti se non addirittura in bagni pubblici. In che direzione andare per far convivere le esigenze dei turisti e quelle, legittime dei residenti, questo è il tema che si pongono addetti ai lavori e non. Si parla sempre più di destagionalizzazione per lavorare tutto l’anno e di servizi da potenziare e proprio in questo campo le criticità non mancano.
Interviene Giuseppe Rasella, componente della giunta camerale con delega al Turismo della Camera di Commercio Como e Lecco: “C’è tanto lavoro ancora da fare per consolidare i dati dei flussi senza concentrarsi eccessivamente sulla quantità ma analizzando anche i turisti che vorremmo. Bisognerebbe fare una distinzione tra il turismo che genera pernottamenti e chi viene per una gita di giornata”.
Si parla sempre più di destagionalizzazione per lavorare tutto l’anno e di servizi da potenziare. La sollecitazione che viene rivolta agli enti e alle amministrazioni è di programmare almeno sul medio periodo gli eventi culturali: dalle aperture delle ville agli appuntamenti sul territorio. A partire dal capoluogo che inevitabilmente muove tutto.
Quindi una riflessione sui non trascurabili problemi di collegamento. “Abbiamo il Salone del Mobile a Milano in questi giorni con una quantità di persone da tutto il mondo che vorrebbero venire anche a Como – conclude Rasella – ma vanno potenziati i collegamenti ferroviari”.