(ANSA) – PONTE A EGOLA (PISA), 17 APR – "Procederemo per vie legali non per accanirsi sulla società o sul 118, non vogliamo questo, ma solo perché quanto accaduto a nostro figlio non accada ad altri ragazzi in futuro, lì non c’era né ambulanza né medico, solo i massaggiatori della squadra ed il defibrillatore è arrivato in un secondo momento ma nessuno lo sapeva usare, è come se non ci fosse stato. Quando è arrivata la seconda ambulanza col medico, sono state tirate fuori tutte le apparecchiature, Mattia è stato defibrillato ma ormai troppo tardi". Così ai cronisti Sandro Giani, padre di Mattia, il calciatore 26enne morto in ospedale dopo un malore sul campo di gioco. (ANSA).