Strage di Erba. I legali della difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi stanno intervenendo in aula uno dopo l’altro. “Ci sono prove che non sono state valutate e nessuno può negare la novità e il valore di questi nuovi elementi”, ha detto Nico d’Ascola.
Fabio Schembri ha parlato della testimonianza di Mario Frigerio. “Non ha riconosciuto Olindo e ha parlato di un aggressore sconosciuto – ha detto Schembri – Solo dopo ha sviluppato una falsa memoria, indotta da suggestioni e legata a un deficit cognitivo e alla sua amnesia anterograda, causata dall’esposizione al monossido di carbonio. Frigerio non era idoneo a rendere testimonianza”.
La difesa di Olindo e Rosa ha fatto riferimento in più occasioni a presunti errori nell’inchiesta e lo ha ribadito oggi in aula. “Non indichiamo reati ma fatti gravi, omissioni e anomalie che devono essere accertate”, ha detto Schembri. Tra gli elementi messi in discussione, la macchia di sangue di Valeria Cherubini sul battitacco dell’auto di Olindo. L’avvocato Patrizia Morello ha sottolineato l’importanza di utilizzare nuove modalità tecniche e scientifiche per analizzare la traccia genetica, “che oggi non deve più essere utilizzata come prova assoluta, ma deve essere inserita in un’analisi d’insieme che tiene conto di tutti gli elementi”.
I consulenti della difesa propongono una lettura diversa dell’omicidio di Valeria Cherubini, che sarebbe stata uccisa “nella sua abitazione, dove è stata trovata e dove pensava di rifugiarsi”. Patrizia Morello, citando un’altra delle consulenze della difesa, ha spiegato che il piccolo Youssef Marzouk non sarebbe stato ucciso nel modo raccontato da Rosa Bazzi. “Le macchie di sangue del povero bambino non sono compatibili con la dinamica descritta nella confessione da Rosa Bazzi”, ha detto l’avvocato difensore. Infine, proprio sulle confessioni di Rosa e Olindo, la difesa ribadisce che sarebbero state indotte con “tecniche di interrogatorio che inducono a confessare e fissano nella memoria una falsa verità come fosse accaduta realmente”.