(ANSA) – ROMA, 16 APR – Nel 2023 il Soccorso Alpino e Speleologico ha portato a termine 12.349 missioni di soccorso per complessive 12.365 persone soccorse, di cui 7.622 feriti e 491 persone decedute. Negli ultimi 70 anni oltre 18.000 vittime e 141.000 persone ferite recuperate dal Cnsas. Il Corpo effettua soccorsi tecnici – sanitari e non – in ambiente montano, in grotta e negli ambienti impervi del territorio nazionale con 7.000 operatori altamente specializzati. Le varie attività, svolte con il Servizio Sanitario Nazionale/sistema 118, sono state finalizzate a garantire il soccorso e l’assistenza immediata ai soggetti infortunati, alle persone a vario titolo in difficoltà, ai soggetti in imminente pericolo di vita o a rischio di evoluzione sanitaria, alla ricerca e al soccorso dei dispersi e al recupero dei caduti. Nel corso dello scorso anno il Soccorso Alpino e Speleologico è intervenuto per 12.349 missioni di soccorso (dati della Val d’Aosta compresi). Rispetto all’organico complessivo del Soccorso Alpino e Speleologico, costantemente superiore ai 7.000 tecnici negli ultimi anni, nel 2023 sono state impegnate in operazione di soccorso oltre 206 mila ore/uomo suddivise in 33.852 giornate/uomo. Il dato più significativo è, dunque, quello dei 44.994 tecnici impegnati nelle varie missioni di soccorso, volontari che garantiscono un’attività operativa 24 ore su 24, 365 giorni all’anno. Importante, in questo contesto, anche l’impegno delle unità cinofile del Cnsas chiamate ad operare 168 volte in eventi valanghivi e ricerca persone disperse. Le cause degli interventi sono dovute principalmente a tre fattori: la caduta/scivolata (45,9% degli interventi), l’incapacità durante l’attività svolta (25,5%) e il malore (12,1%). Seguono con valori decisamente più contenuti il maltempo (4,3%) e lo shock anafilattico (0,50%). 5.720 sono state le persone recuperate ferite in modo leggero, 1.579 i feriti gravi, 323 i feriti con compromesse funzioni vitali, 4.151 gli illesi (persone in difficoltà a causa delle condizioni morfologiche, dello stato dei terreni come la presenza di neve e/o ghiaccio al suolo, oppure per incapacità e/o inadeguatezza dell’attrezzatura, calzature o abbigliamento a seguito) e 101 i dispersi. Il 49% degli interventi del Soccorso Alpino e Speleologico si concentra nei mesi estivi, localizzati maggiormente nelle regioni del Nord. L’identikit medio della persona soccorsa è rappresentato da un uomo italiano tra i 50 e i 60 anni. In 5.845 interventi il Soccorso Alpino e Speleologico è intervenuto con il supporto di un mezzo aereo. Due gli interventi di carattere nazionale e internazionale che hanno caratterizzato l’operato 2023 del Soccorso Alpino e Speleologico. A maggio, le squadre del CNSAS hanno effettuato numerose operazioni di soccorso a seguito dell’alluvione che ha colpito il territorio dell’Emilia-Romagna. A settembre, nella serata di lunedì 11, si è invece concluso con successo il recupero di Mark Dickey, lo speleologo statunitense rimasto bloccato a circa 1000 metri di profondità nella grotta Morca, in provincia di Mersin, in Turchia (ANSA).