Tavernerio e Arosio, doppio assalto nella notte negli uffici postali dei due paesi. Il primo colpo è stato messo a segno alle 2.50, il secondo mezz’ora dopo. In entrambi i casi è stato utilizzato il gas per far esplodere il forziere con i soldi. Ad Arosio, i malviventi hanno utilizzato anche un’auto ariete per sfondare l’entrata dell’ufficio. Il bottino sarebbe di alcune decine di migliaia di euro.
Le indagini sono affidate ai carabinieri di Como a Tavernerio e ai colleghi della compagnia di Cantù ad Arosio. Non ci sono al momento certezze, ma è inevitabile ipotizzare un collegamento tra i due colpi. Ad entrare ina zione, secondo le prime indagini, potrebbe essere stata la stessa banda, con gli stessi malviventi che hanno agito prima a Tavernerio e poi ad Arosio oppure con due gruppi che si sono divisi tra un ufficio postale e l’altro.
I carabinieri di Como sono stati allertati alle 2.50. A Tavernerio, i malviventi hanno saturato lo sportello del postamat con il gas e poi lo hanno fatto esplodere per rubare il denaro contenuto. Nel forziere, secondo le prime informazioni erano contenuti dai 20 ai 40mila euro, anche se parte del denaro potrebbe essere stato danneggiato dallo scoppio.
Le telecamere hanno ripreso l’auto utilizzata dalla banda, una Seat. La targa risulterebbe intestata alla vettura di un uomo residente nel Bresciano che è effettivamente proprietario di una Seat dello stesso modello, che non sarebbe però in alcun modo collegata al colpo. I malviventi hanno dunque probabilmente clonato la targa, utilizzandola su una macchina uguale. Tre o quattro i banditi entrati in azione, come emergerebbe dalle immagini di videosorveglianza.
Mezz’ora più tardi, secondo allarme ad Arosio. In questo caso, oltre a far saltare il postamat, utilizzando una Panda 4×4 rubata a poca distanza dall’ufficio postale come ariete, i malviventi hanno sfondato la vetrata d’ingresso. Avrebbero poi fatto esplodere il forziere con il denaro. Anche in questo caso, ancora da quantificare il bottino, che dovrebbe però essere di almeno 20mila euro.
I carabinieri di Como e Cantù hanno effettuato i rilievi e avviato le indagini per risalire alla banda.