(ANSA) – ROMA, 12 APR – "Prego ogni giorno che Martina sia in paradiso, continuo a vederla, quel giorno siamo morti in due, io sono un cadavere vivente e ogni giorno chiedo a Gesù di portarmi via". E’ quanto affermato, nel corso di dichiarazione spontanee, da Costantino Bonaiuti, l’ingegnere accusato dell’omicidio dell’ex compagna, Martina Scialdone, uccisa con un colpo di pistola il 13 gennaio del 2023 fuori da un ristorante di Roma. Davanti ai giudici della Corte d’Assise di Appello, l’imputato si è poi rivolto a Lorenzo Scialdone, fratello della vittima che era presente in aula, e chiedendo il suo perdono ha aggiunto: "So quanto stai soffrendo, Martina era profondamente attaccata a te – ha detto Bonaiuti – so quello che provi, anche io ho perso due sorelle, io però a differenza di Martina posso vedere la mia famiglia, lei invece non più". Nel corso dell’udienza è stato ascoltato anche il fratello della donna che ha ricostruito gli ultimi drammatici istanti di vita della vittima. "Quando sono arrivato ho provato ad allontanare Bonaiuti da lei. Ho visto la pistola e subito ho sentito lo sparo. Ricordo Bonaiuti che aveva pistola e con le braccia tese ha sparato da un metro al petto di Martina: ho visto la macchia di sangue espandersi su maglioncino bianco di mia sorella". (ANSA).