(ANSA) – MILANO, 11 APR – A quattro giorni dall’omicidio di Giulia Tramontano, Alessandro Impagnatiello era "assolutamente collaborante e anche freddo". A descriverlo così è il comandante della sesta sezione del Nucleo investigativo dei carabinieri di Milano, Gianluca Bellotti, testimone oggi al processo a carico dell’ex barman davanti alla Corte di Assise di Milano. Il 31 maggio 2023, poche ore prima del rinvenimento del corpo della 29enne incinta di sette mesi, Impagnatiello "è venuto nel nostro ufficio e ci ha consegnato il telefono, era molto disponibile anche alle nostre richieste del pin e delle password. Si è mostrato freddo, non agitato". Uno stato d’animo che avrebbe mantenuto, secondo la testimonianza, anche quando gli è stata notificata l’informazione di garanzia, per cominciare "a vacillare" soltanto qualche ora dopo. Rispondendo alle domande del pm Alessia Menegazzo, Bellotti ha poi aggiunto che intorno alle 20 dello stesso giorno Impagnatiello ha avuto "quasi un piccolo crollo, come se avesse capito che noi eravamo a conoscenza di tutta la realtà. Quella freddezza, quella serenità e quella calma che lo avevano contraddistinto, hanno vacillato". Giulia è stata uccisa lo scorso 27 maggio nell’abitazione della coppia a Senago nel Milanese, dopo aver scoperto della relazione parallela del fidanzato con una collega di lavoro. Il giorno seguente, lo stesso impagnatiello ne aveva denunciato la scomparsa, simulando un allontanamento volontario. (ANSA).