Sistema informativo sociosanitario ko da due giorni, medici di base, già oberati dalla burocrazia, nel caos e disagi per i pazienti.
La conferma arriva direttamente dai camici bianchi del territorio che tornano a sottolineare le difficoltà che si ripetono con una certa frequenza e, considerando la mole di assistiti che ognuno di loro ha, le ripercussioni sono prevedibili. Nato come strumento strategico, consente di prescrivere farmaci o visite, di consultare o scaricare esami. “E’ chiaro che quando si blocca i problemi diventano evidenti – spiega Gianluigi Spata, presidente dell’Ordine dei Medici di Como e della Lombardia – bisogna innanzitutto tornare a compilare le impegnative a mano e quindi la persona che ne ha bisogno deve passare in studio a ritirarle. Il problema di questi giorni – chiarisce – si somma agli altri, parliamo di un sistema che spesso si inceppa, da tempo lo segnaliamo e chiediamo un intervento della Regione. I pazienti, giustamente, si innervosiscono e noi facciamo ancora una volta da parafulmine. Immaginate – aggiunge – cosa vuol dire per chi ha una patologia cronica”.
L’attacco del PD
Alla conferma dei medici si aggiunge la denuncia della politica. “Il sistema informativo sociosanitario lombardo (Siss) che permette agli operatori sanitari di accedere a servizi dedicati è in tilt da due giorni, costringendo i medici a perdere tempo per produrre ricette e certificati cartacei e obbligando i pazienti a doversi recare di persona in ambulatorio per ritirarli”. Spiega il consigliere regionale del Partito Democratico, Angelo Orsenigo.
E proprio sulla necessità di risolvere velocemente i problemi richiama l’attenzione della giunta Fontana il consigliere dem che nella nota diffusa ribadisce che si tratta di un “malfunzionamento cronico del Siss, che spesso non risponde”. “Finora – attacca ancora Orsenigo – abbiamo sentito solo promesse e pochi fatti, a dimostrazione di quanto la Regione tenga a un servizio sanitario efficiente e a misura di cittadino e di professionista sanitario. Chiediamo ancora una volta di intervenire in maniera risolutiva per mettere fine ai disagi in modo da consentire ai medici di svolgere il loro lavoro con strumenti adeguati”.
Il malfunzionamento è l’occasione per riportare l’attenzione anche su altre questioni ben note, in primis la carenza di personale che in un territorio di confine come Como si traduce anche nella capacità di riuscire a trattenere gli specialisti evitando la fuga all’estero.
“I medici di medicina generale sono i pilastri del sistema sanitario territoriale ciò che resta di fronte alla loro diminuzione sia per il naturale pensionamento di alcuni che per lo scarso ricambio – dice ancora il consigliere del Pd – Ora la misura è colma, perché il numero continua a calare, mentre il carico di lavoro aumenta”.
E sui pensionamenti Spata è netto: “Fino al 2026 molti colleghi andranno in pensione e questo campanello d’allarme lo abbiamo fatto risuonare già dal 2010 e lo abbiamo ribadito di governo in governo. E’ mancata la programmazione, i dati previdenziali – conclude – lo dicevano chiaramente”.