(ANSA) – GENOVA, 09 APR – "Il crollo del viadotto Polcevera è stato causato dalla rottura dei trefoli dei cavi primari in sommità del tirante lato Sud lato Genova di pilla 9, conseguenza di un elevatissimo livello di corrosione degli stessi". E’ quanto spiegato in aula dai consulenti di Spea, gli ingegneri Paolo Riva, Giovanni Ferro e Roberto Roberti, nel corso del processo per la tragedia del 14 agosto 2018 costata la vita a 43 persone. "Un livello di corrosione assolutamente anomalo, rispetto sia al resto dei tiranti che a tutte le altre parti strutturali, e originato da un difetto in sommità di pila 9 lato Sud, conseguente ad importanti errori di costruzione, rilevabili e rilevati all’epoca della costruzione, ma non resi noti da chi ne aveva conoscenza" hanno spiegato in aula. "Era un pasticcio quello a cui stavano lavorando – ha sottolineato Riva – e gli operatori lo sapevano molto bene. E’ difficile che non lo sapesse qualcun altro, improbabile. Immagino che il braccio destro di Morandi, che era lì durante i lavori, non gli abbia riferito che c’erano stati problemi durante la tesatura dei cavi". (ANSA).