La Svizzera scivola sul clima e incassa una condanna della Corte europea dei diritti dell’uomo. Una sentenza già definita storica, che per una volta mette alla berlina proprio un Paese più abituato ad essere indicato come esempio virtuoso. La Confederazione Elvetica incassa invece una sonora bocciatura da Strasburgo, che ha premiato la battaglia delle “Anziane per il clima”. “Sentenza grottesca – attacca dalla Lega dei Ticinesi Lorenzo Quadri – Stop ai giudici stranieri e Svizzera fuori dalla Cedu”.
La sentenza
La Corte ha condannato la Svizzera per aver violato l’articolo 8, che sancisce il diritto al rispetto della vita privata e familiare e l’articolo 6 sul diritto a un equo processo della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. In sintesi, la Confederazione Elvetica non avrebbe garantito una protezione effettiva contro i gravi effetti negativi del cambiamento climatico sulla vita, la salute, il benessere e la qualità della vita. Tra le contestazioni pratiche, non aver saputo quantificare i limiti delle emissioni nazionali di gas a effetto serra, non raggiungendo neanche gli obiettivi di riduzione delle emissioni fissati in passato.
I tribunali svizzeri non avrebbero inoltre fornito ragioni convincenti in relazione al mancato esame nel merito del ricorso dell’associazione delle “nonne per il clima”, né preso in considerazione le convincenti prove scientifiche relative al cambiamento climatico.
La Lega dei Ticinesi
“E’ una sentenza grottesca – attacca Lorenzo Quadri – I giudici stranieri della cosiddetta Corte europea dei diritti dell’uomo si mettono a fare politichetta climatista in casa nostra. Oltretutto senza nemmeno conoscere la situazione. Un motivo in più per disdire la CEDU, così da sottrarsi alla giurisdizione dei suoi giudici stranieri, che con questa ennesima pensata si sono completamente screditati. Atto parlamentare leghista a Berna in arrivo”.
Il WWF
“La sentenza apre una nuova fase sul contenzioso climatico che potrebbe coinvolgere anche l’Italia, dove tutte le norme interne devono rispettare i diritti e i principi garantiti dalla Corte dei diritti dell’uomo – commenta in una nota il WWF – La Corte costituzionale è tenuta a pronunciarsi sul rispetto dei predetti principi, la cui violazione è incostituzionale. È auspicabile, quindi, che l’orientamento possa fornire un nuovo stimolo perché l’Italia al più presto conformi piani e misure alle ragioni della transizione ecologica. La sentenza costituisce anche un ulteriore incentivo per l’adozione di una legge sul clima”.
I giovani bocciati
E se le “nonne svizzere” hanno ottenuto la prima sentenza della Corte di Strasburgo sul cambiamento climatico, è stato invece respinto come “irricevibile” il ricorso dei giovani portoghesi che avevano denunciato 32 Paesi europei, Italia compresa, per l’inefficacia delle loro politiche contro il cambiamento climatico.