(ANSA) – MILANO, 09 APR – La Corte europea per i diritti dell’uomo ha in parte accolto il ricorso presentato dai familiari di Giuseppe Uva, 43enne varesino il cui decesso, avvenuto nel 2008, fu al centro di una vicenda giudiziaria che vide imputati e poi assolti in tutti e tre i gradi di giudizio due carabinieri e sei poliziotti. Due le motivazioni accolte che hanno portato la Cedu ad assegnare il fascicolo ad una sezione interna: il 43enne sarebbe stato sottoposto a maltrattamenti inumani e degradanti in violazione dell’articolo 3 della Convenzione Europea per i Diritti dell’Uomo e lo Stato italiano non si sarebbe adoperato abbastanza per accertare i fatti. La Corte Europea per i Diritti dell’Uomo ha quindi in parte ammesso il ricorso presentato nel 2021 dai legali di Lucia Uva, gli avvocati Stefano Marcolini, Fabio Matera e Fabio Ambrosetti, che si basava su quattro cardini: il 43enne sarebbe stato sottoposto a maltrattamenti inumani e degradanti in violazione dell’articolo 3 della Convenzione Europea per i Diritti dell’Uomo, lo Stato italiano non si sarebbe adoperato abbastanza per accertare i fatti, il legislatore italiano ha introdotto il reato di tortura soltanto nel 2017, nel processo di secondo grado ci si è limitati ai verbali del primo grado senza che i testimoni venissero ascoltati in violazione – dicono i legali – di una precisa disposizione della stessa Cedu. Due le motivazioni accolte che hanno portato la Corte Europea per i Diritti dell’Uomo ad assegnare il fascicolo ad una sezione interna: la violazione dell’articolo 3 della Convenzione Europea per i Diritti dell’Uomo e la qualità dell’inchiesta svolta per accertare i fatti, quindi il ruolo dello Stato. I due carabinieri e i sei poliziotti coinvolti nel processo erano imputati di omicidio preterintenzionale, abbandono di incapace, arresto illegale e abuso di autorità e sono stati sempre assolti. Entro il 28 giugno, secondo quanto indicato dalla Corte Europea, le parti, ovvero i famigliari di Uva e lo stato italiano, dovranno trovare un accordo risarcitorio. In caso contrario la Cedu andrà avanti con l’istruttoria per verificare le contestazioni mosse. (ANSA).