(ANSA) – FIRENZE, 05 APR – Da quasi un mese un detenuto attende la scarcerazione con controllo col braccialetto elettronico anti-stalking, ma non può uscire ancora di cella perché manca il tecnico della compagnia telefonica convenzionata col Ministero della Giustizia che possa applicargli il dispositivo. E’ un ambulante marocchino di 28 anni, che era stato arrestato per maltrattamenti in famiglia e resistenza a pubblico ufficiale. Resta dunque in carcere a Pistoia, dove si trova, nonostante il giudice abbia sostituito la misura cautelare col divieto di avvicinamento alla compagna e alle figlie e il controllo a distanza. Il difensore, avvocato Dario Fiorentino, ha diffidato la società a provvedere all’installazione dell’apparecchio e procederà contro il Ministero della Giustizia per ottenere il risarcimento danni per ingiusta detenzione. Il 28enne lavora nei mercati a Firenze ed era stato arrestato la sera del 6 marzo in un paese della provincia di Pistoia dai carabinieri. Ubriaco, al culmine di una lite, secondo quanto ricostruito, aveva picchiato la compagna davanti alle due figlie di 7 anni e di 6 mesi. La donna aveva chiamato il 112Nue. Ci fu un parapiglia, il 28enne marocchino dette delle spinte ai militari che tentavano di mettere pace tra i due e il fratello di lei, che era intervenuto a difesa della sorella. Venne arrestato, poi il giudice ha disposto per lui il divieto di avvicinamento alla donna e alle figlie, con il controllo del braccialetto. L’apparecchio è stato subito disponibile ma non il tecnico a cui toccava installarlo. "E’ increscioso – denuncia l’avvocato Fiorentino – che una volta fissata la data del 29 marzo per l’applicazione del dispositivo (tra l’altro dopo 20 giorni di carcere), la società comunichi il giorno prima di non potervi provvedere per non meglio precisati "motivi di natura logistica". "I giorni passano – conclude – ma la compagnia telefonica non ha ancora indicato il giorno in cui potrà installare il dispositivo". (ANSA).