(ANSA) – MILANO, 05 APR – Non c’è alcuna certezza sull’assunzione o somministrazione della cosiddetta "droga dello stupro" nel caso della 22enne che, con la sua denuncia per presunti abusi nella notte tra il 18 e il 19 maggio 2023, ha fatto scattare l’inchiesta per violenza sessuale a carico di Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato, e dell’amico dj Tommaso Gilardoni. È questo, in sostanza, l’esito della consulenza effettuata con accertamento tecnico irripetibile sui capelli della ragazza e da poco depositata. L’esperto di tossicologia forense e docente all’Università Statale, Domenico Di Candia, nominato dalla Procura, infatti, ha rilevato per quel periodo dello scorso maggio la presenza del principio attivo del Ghb, una presenza che, però, viene chiarito, non si può dire se derivi da una produzione "fisiologica" di quel principio attivo, come avviene, o da assunzione o somministrazione da parte di qualcuno. In sostanza, la consulenza non è dirimente sulla questione del Ghb, non esclude l’assunzione, ma non dà alcuna certezza, perché il range di dati è compatibile anche con una produzione fisiologica. "Le conclusioni della perizia disposta dalla Procura della Repubblica – hanno detto gli avvocati Vinicio Nardo e Adriano Bazzoni, legali di Leonardo Apache La Russa – confermano in maniera assoluta che i livelli di Ghb rilevati nel capello della ragazza sono costanti nell’arco dei cinque mesi esaminati e che tali livelli escludono assunzioni esterne". I legali della 22enne nei mesi scorsi avevano annunciato e depositato ai pm una propria consulenza nella quale si sosteneva che erano state riscontrate tracce di Ghb in un periodo compatibile con la notte tra il 18 e il 19 maggio, quando sarebbero avvenute le violenze denunciate. (ANSA).