Area Ticosa di Como, l’inizio di aprile porta con sé una nuova serie di campionamenti e monitoraggi sulla falda acquifera mentre è previsto entro la fine del mese un passaggio fondamentale nell’iter amministrativo. E’ in corso, infatti, la valutazione dei documenti incluso il piano economico e finanziario del progetto che prevede il partenariato pubblico-privato fra amministrazione comunale e la multiutility ACinque per il recupero dell’area e la creazione di un nuovo maxi posteggio. “Una volta svolte le verifiche la pratica approderà in consiglio comunale”. Ha spiegato il sindaco Alessandro Rapinese. La futura gara si basa sul criterio economico più vantaggioso.
Iter amministrativo e tempistiche
Secondo le previsioni i lavori dovrebbero iniziare alla fine del 2025. L’obiettivo è completare l’opera entro l’inizio del 2027. Il primo nodo da sciogliere resta come sempre lo stesso: portare a termine l’infinita bonifica. L’amministrazione comunale ha avviato il monitoraggio biennale dell’area che prevede campionamenti e analisi per la verifica delle acque di falda. Stamattina il primo appuntamento. Le attività dovrebbero concludersi nei mesi di marzo, aprile del 2025. Si tratta delle analisi svolte da Comune e Arpa nei piccoli pozzi già posizionati sull’area. Una volta conclusa questa attività il certificato di bonifica diventa definitivo. Si tratta di una nuova serie di campionamenti e monitoraggi sulla falda acquifera sotto il terreno della zona dismessa, da tempo sotto osservazione. Arpa e Provincia di Como hanno sollecitato l’amministrazione comunale per il cronoprogramma aggiornato con l’obiettivo di riavviare le analisi delle acque sotterranee. Le attività sono state ora programmate fino a marzo del 2025, come si legge dai documenti comunali, quando è prevista la conclusione degli interventi.
La cella 3
La ben nota cella 3 però – come spiegato anche durante la presentazione del progetto – segue un altro iter. Come annunciato nei mesi scorsi la partenza del piano per la riqualificazione dell’intera area è proprio la bonifica di questa porzione di terreno, l’area che si trova dietro all’edificio della Santarella. Soltanto per rimuovere il materiale contaminato che si trova nell’area da bonificare di 5.400 metri quadrati sono necessari 8 milioni di euro, su un investimento totale pari a 27 milioni per la riqualificazione dell’intera zona dismessa, escluso l’edificio della Santarella che non rientra nel progetto. Nel corso degli anni i costi sono ovviamente saliti. Tre anni fa la gara d’appalto per bonificare la “cella 3” fissava la base d’asta a 4 milioni. Ora – stando al nuovo progetto – è il doppio.