A dicembre 2023 erano state 26 su 42 le direttrici di Trenord ritenute inaffidabili. Cioè più della metà. Ma adesso, con il cambio delle modalità di calcolo dei rimborsi voluto da Regione Lombardia, sono scese a 3. Una vera e propria beffa per i pendolari, che già si trovano a dover fronteggiare ritardi quotidiani.
L’azienda ferroviaria ha pubblicato sul sito i dati sul servizio di gennaio 2024, primo mese in cui si applicano le nuove regole di risarcimento, e le direttrici inaffidabili per cui scatteranno i bonus hanno avuto una drastica riduzione. Sono appunto solo 3: la Bergamo-Carnate-Milano, la Cremona-Treviglio e la Brescia-Piadena-Parma. Nessuna quindi è comasca.
Le nuove regole per gli indennizzi
Ma facciamo un passo indietro. Regione Lombardia ha cambiato le regole per i rimborsi, facendo aumentare gli indennizzi dal 10 al 30% per ritardi e cancellazioni per tutti i pendolari con abbonamenti mensili o annuali. Il bonus però non scatterà più in automatico, ma dovrà essere richiesto. E soprattutto la beffa arriva dal cambio dei criteri di calcolo: prima bastavano 5 minuti di ritardo del treno per far scattare l’indennizzo, ora il ritardo deve essere superiore ai 15 minuti. Da qui deriva la riduzione dei treni considerati inaffidabili.
Le proteste dei pendolari
“È una presa in giro pazzesca” afferma Giovanni Galimberti, portavoce del comitato dei pendolari della linea Como-Lecco. “Sulla maggior parte delle linee tra Como e Lecco le coincidenze sono di 10 minuti. Considerare il ritardo solo dopo i 15 minuti è senza senso. Senza contare – ha aggiunto Galimberti – che le soppressioni parziali non contano come disservizio e quindi non vengono conteggiate nei bonus”.
“Questo nuovo standard è inaccettabile, come si fa a dire che 15 minuti non è ritardo?” domanda amaramente Ettore Maroni, portavoce dei pendolari di Como. “Veniamo trattati come pacchi, senza che ci sia alcun interesse per il nostro benessere da parte di Regione o Trenord”.
“Sempre meno linee comasche a rimborso”: l’allarme di Orsenigo
A preoccupare i pendolari comaschi anche un altro allarme lanciato dal consigliere regionale del Pd Angelo Orsenigo. “Con il nuovo sistema, meno linee comasche saranno soggette a rimborsi” afferma Orsenigo. “Prendiamo ad esempio novembre 2023. Le linee comasche soggette a bonus erano cinque. Con il nuovo regime sarebbero solo due”. “Se applichiamo il sistema a tutta la Lombardia – aggiunge il consigliere regionale – scopriamo che a fronte di 179 linee a bonus, solo 73 avrebbero meritato l’indennizzo nel 2023”. E i dati di oggi infatti dimostrano la beffa.