(ANSA) – CATANIA, 28 MAR – Si è conclusa la missione in Sicilia, nelle province di Catania, Caltanissetta ed Enna, della delegazione della ‘Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e ad altri illeciti ambientali e agroalimentari’ composta dal deputato Jacopo Morrone, che ne è presidente, e da quattro commissari, i deputati Francesco Emilio Borrelli (Avs), Eliana Longi (Fdi) e Francesco Maria Rubano (Fi-Ppe) e il senatore Pietro Lorefice (M5s). E’ stato il presidente Morrone, in conferenza stampa in Prefettura a Catania, a illustrare i risultati della due giorni siciliana durante la quale la delegazione ha effettuato sopralluoghi alle discariche di Contrada Timpazzo a Gela e di contrada Coda Volpe al confine tra Catania e Lentini con l’annesso sito di compostaggio, ha visitato il Sin di Gela e, nell’ambito del filone sulle ‘zoomafie’, si è recata in un maneggio di Piazza Armerina, che accoglie cavalli sequestrati alla criminalità, e alle stalle clandestine sequestrate a Catania dove vengono tenuti cavalli destinati alle corse clandestine. Quattro le audizioni in Prefettura: la delegazione ha ascoltato il prefetto Maria Carmela Librizzi, il procuratore di Gela Lucia Musti, il procuratore facente funzione di Catania Agata Santonocito e il responsabile dell’Osservatorio Zoomafie della Lav Ciro Troiano. "Con questa prima missione – ha dichiarato Morrone – abbiamo aperto il ‘filone Sicilia’ che la Commissione ha individuato fra quelli prioritari per le criticità che le sono state segnalate in ogni fase del ciclo dei rifiuti, a cominciare dalla raccolta differenziata per passare alle carenze dell’impiantistica, come è chiaramente emerso anche dalle audizioni. Criticità pesanti che si traducono in insufficienza e non adeguatezza degli impianti Tmb, in insufficienza degli impianti di compostaggio per il trattamento dell’organico e in poche discariche quasi tutte di proprietà privata e ormai in esaurimento. A questo – ha aggiunto il presidente Morrone – si collegano fenomeni illeciti determinati dalle infiltrazioni della criminalità organizzata nell’intero sistema di gestione dei rifiuti traendo enormi profitti e, contestualmente, determinando danni ambientali difficilmente sanabili". (ANSA).