Respinge le accuse ma resta in carcere il 41enne di origine marocchina arrestato dalla polizia perché avrebbe appiccato volontariamente l’incendio scoppiato nella notte tra venerdì e sabato in via Venturino a Como, nel quartiere di Breccia. A causa del rogo e del fumo che ha invaso la palazzina, 95 famiglie sono state evacuate e 13 persone sono state portate in ospedale perché intossicate.
Il 41enne, accusato di incendio doloso, è stato interrogato oggi nel carcere del Bassone dal giudice delle indagini preliminari Walter Lietti. Dalle prime informazioni, l’uomo avrebbe negato di aver appiccato il rogo, divampato nel garage della compagna dell’arrestato. Avrebbe risposto a tutte le domande, dando una versione diversa e negando di essere responsabile di quanto accaduto nel cuore della notte tra venerdì e sabato scorsi. A breve potrebbe essere disposta una perizia psichiatrica per valutare le condizioni del 41enne. L’uomo infatti sarebbe convinto di essere perseguitato e avrebbe già manifestato disturbi psichici. Al momento è stata confermata la custodia cautelare in carcere e il 41enne resta dunque al Bassone.
L’uomo, secondo quanto ricostruito dalla polizia, avrebbe appiccato il fuoco nel box della compagna, nell’area dei garage condominiali del palazzo di via Venturino. I residenti nel cuore della notte sono stati svegliati dal fumo che ha invaso buona parte del condominio. Evacuate in via precauzionale le 95 famiglie residenti. Diciotto persone hanno avuto bisogno di cure e 13 sono state portate in ospedale, ma fortunatamente tutte sono state poi dimesse già nella giornata di sabato.
Le indagini degli agenti delle volanti della polizia di Stato, poche ore dopo sono sfociate nell’arresto del 41enne, accusato di aver appiccato il rogo.