(ANSA) – BOLOGNA, 22 MAR – Non è stata impugnata in Cassazione la sentenza di secondo grado per il giovane killer di Chiara Gualzetti, assassinata a 15 anni il 27 giugno 2021 vicino a casa a Monteveglio (Bologna). La condanna a 16 anni e quattro mesi, confermata dalla sezione minorenni della Corte di appello il 20 marzo di un anno fa, è dunque nel frattempo divenuta definitiva. Il ragazzo imputato, che due giorni fa ha compiuto 19 anni e si trova in carcere, era accusato di omicidio aggravato da premeditazione, futili motivi e minore età della vittima oltre che del porto del coltello con cui Chiara venne colpita, prima che l’amico infierisse anche con calci e pugni. Dopo l’omicidio se ne andò, lasciando il cadavere abbandonato ai margini di un bosco, nel parco dell’abbazia di Monteveglio. Il corpo venne trovato dopo un giorno di ricerche e il ragazzo, fermato qualche ora dopo dai carabinieri, confessò, dicendo di aver agito spinto da un demone. In primo grado era stata disposta una perizia psichiatrica che aveva concluso per la capacità di intendere e di volere. Nelle motivazioni di appello, la Corte aveva sottolineato come il giovane killer non avesse mai mostrato pentimento, non solo nei confronti della vittima, ma anche dei genitori di lei, non riuscendo, anche a distanza di tempo, ad attribuirsi la piena responsabilità. La colpa di quanto successo, ha continuato a sostenere, è di quel "demone" che gli diceva cosa fare. (ANSA).