(ANSA) – PADOVA, 22 MAR – Un "gemello digitale", rappresentazione fedele del paziente generata a partire dai suoi dati (anatomici, fisiologici, clinici, genetici) per testare e simulare su un modello virtuale, senza rischi, la reazione alle terapie farmacologiche. E’ questa una delle nuove frontiere su cui si sta muovendo l’applicazione della tecnologia alla medicina. Se ne è parlato a Padova, durante il Wordl Health Forum promosso dalla Regione Veneto. Se attualmente la previsione della risposta alle terapie viene effettuata con l’analisi statistica sulla base dei dati storici, la creazione di gemelli virtuali per ogni paziente consentirebbe un significativo passo in avanti. Una delle prime sperimentazioni, citata nel suo intervento da Björn Eskofier della Friedrich-Alexander-Universität di Norimberga, riguarda la creazione di digital twin per la "predizione" del trattamento per il diabete di tipo 2, al centro di un progetto che ha preso il via nel gennaio 2024, finanziato dall’Ue per 10 milioni con i fondi Horizon 2024. Un secondo progetto europeo, che vede in rete numerose università, riguarda invece la sfida di creare digital twin del cervello per testare la reazione delle terapie per l’Alzheimer. "Quello dell’applicazione dei digital twin è un orizzonte ancora lontano – ha spiegato il professor Manlio De Domenico, del Dipartimento di Fisica dell’Università di Padova e direttore del Padua Center for Network Medicine – una sfida che passa anche attraverso la capacità di integrare diverse competenze". L’Ateneo di Padova è stato la prima in Europa ad aver attivato, già nel 2022, un centro che si propone di combinare insieme l’analisi computazionale dei sistemi viventi e la ricerca preclinica e clinica con le loro applicazioni in vivo. Il Padua Center for Network Medicine riunisce 63 docenti e 27 laboratori con competenze multidisciplinari che spaziano dall’informatica alla biologia alla medicina, neuroscienze alla fisica. (ANSA).