Festa del Papà: i (mancati) lavoretti dei bambini a scuola diventano un atto parlamentare.
Accade in Canton Ticino, Svizzera, dove un granconsigliere della Lega dei Ticinesi – simile in alcuni tratti a quella italiana, con l’aggiunta di una malcelata avversione ai frontalieri – ha scomodato il Consiglio di Stato sul tema. Daniele Piccaluga, leghista d’olteconfine, chiede al parlamento ticinese come mai in alcune scuole del cantone di lingua italiana i bambini non abbiano realizzato il classico regalino da consegnare ai papà nel giorno della loro festa.
“Sembra infatti – scrive Piccaluga, secondo quanto riportato dai media elvetici – che la mentalità “woke” abbia attecchito in alcuni istituti scolastici ticinesi, dove per non far torto a nessuno ma facendolo a tutti, non sono stati preparati i pensieri da allieve e allievi, che hanno invece il diritto di festeggiare il loro papà come abbiamo sempre fatto nel nostro Cantone”.
La cultura o ideologia woke in teoria mira a evitare ogni discriminazione sociale o etnica, in pratica negli ultimi anni è stata tacciata di voler censurare e cancellare senza misura porzioni intere di cultura pop, come – ad esempio – alcuni storici cartoni animati, perché non sarebbero in linea con le nuove sensibilità.
Nell’interpellanza, il deputato leghista chiede in quanti istituti scolastici sia stata fatta questa scelta, i motivi che hanno spinto a non fare i regalini per il papà, e se il Consiglio di Stato condivida o meno “questo atteggiamento figlio di culture lontane dalle nostre, che negano un momento dedicato al papà e al valore della famiglia”.